Vietare l'ingresso al cinema, ristoranti, bar e altri locali ai non vaccinati, è una proposta che fa molto discutere anche in provincia di Imperia. Ieri è stato lo stesso governatore ligure, Giovanni Toti, a dirsi possibilista sull'opzione "lanciata" dal primario del reparto di malattie infettive del San Martino Matteo Bassetti.
Il professore genovese, critico con il green pass perché non avrebbe dato la spinta necessaria alla campagna vaccinale, ha lanciato infatti questa proposta, proprio per evitare la possibilità di effettuare il tampone per accedere alle attività di svago.
Ne abbiamo parlato sia con Enrico Calvi, presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Imperia e con Walter Vacchino, presidente regionale dell'Agis, l'Associazione generale italiana dello spettacolo.
"Capisco il problema, ma c’è già il green pass - evidenzia Calvi. Non può essere sempre la stessa categoria a pagare il conto. Come attività di ristorazione e somministrazione abbiamo già attraversato periodi complessi, la proposta del professor Bassetti implica, quindi, una riflessione più profonda. Bisogna sedersi a un tavolo e parlarne. Non è possibile lavorare sempre con la spada di Damocle, chiosa il presidente Fipe, sulla testa. Se c’è difficoltà a reperire personale è anche per questo, c’è diffidenza anche tra i giovani sulle prospettive di questa attività".
"Capisco che sia una strategia per aumentare i vaccinati, sottolinea, ma non si possono penalizzare sempre i soliti settori, proprio ora che stiamo rialzando la testa e i locali, anche nelle nostre città sono piene. Ricordo che abbiamo introdotto il personale con le mascherine e vaccinato, abbiamo spostato i posti all’aperto ma non vedo lo stesso rispetto dei protocolli negli altri settori. Le parole di Bassetti e Toti sono comprensibili in quanto c’è di mezzo la salute dei cittadini, ma bisogna stare attenti”.
Per contrastare la pandemia di coronavirus da un lato e per incentivare alla vaccinazione dall'altro, secondo molti medici e virologi, come anche il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, molte attività dovrebbero essere precluse a chi non è vaccinato e oltre ai ristoranti e cinema, anche gli arei, gli stadi e gran parte degli spettacoli al chiuso.
“Da sempre abbiamo adottato norme di controllo molto severe come la misurazione della temperatura, dichiara al nostro giornale Vacchino, e un tracciamento rigoroso per l’ingresso al cinema. Noi, comunque, naturalmente faremo quello che è meglio per la serenità dei nostri clienti se ce lo chiede il mondo scientifico accettando di buon grado le decisioni. Gradiremmo, però, che si ponesse la stessa attenzione a tutte le altre attività con rischi sanitari simili o superiori".
"In assoluto, la maggioranza dei possessori di green pass è vaccinata, sottolinea il presidente ligure Agis, quindi è abbastanza irrilevante. Ma per quanto riguarda il nostro specifico settore subiamo già, e lo si nota sul 40 per cento del fatturato che manca, il fatto che la nostra clientela tipica è il nucleo familiare già frenata per il fatto che i più piccoli non sono vaccinati e, quindi, non possono venire al cinema”.