Giovedì 28 ottobre presso la sala della biblioteca comunale di Ventimiglia la Prof.ssa Francesca Rotta Gentile, nata ad Asmara in Eritrea, laureata in filologia classica con il grecista Dario del Corno, ha insegnato presso il Dipartimento di Romanistica della eccellente Università Albert-Ludwig di Freiburg in Germania, in Svizzera nel Liceo Europeo di Basilea e a Tunisi nel Liceo G. B. Hodierna, ‘Amica della Domenica’ e curatrice della manifestazione ‘Cervo ti strega’ e di diverse rassegne letterarie di assoluto livello per i Comuni della Provincia di Imperia, in collaborazione con il Premio Strega e il Premio Campiello, appassionata docente di lettere presso l’Istituto Colombo di Sanremo, ha presentato il romanzo di Romano Cima storico docente di storia e filosofia del Liceo Cassini di Sanremo ‘Chiedo scusa se parlo di Maria’, edito dalla casa editrice Philobiblon di Ventimiglia.
Il titolo è una canzone di Gaber/Luporini in cui il cantante/attore dice di saper fare benissimo analisi socio-economiche, di essere in grado di analizzare perfettamente i motivi che generano le guerre e le dinamiche sociali, ma ammette di non saper riflettere sul proprio privato, sul proprio personale, insomma non sa parlare di Maria. Un gruppo di giovani degli anni 70 della provincia toscana, impegnati politicamente, capisce di vivere la stessa situazione esplicitata nella canzone. Sono capaci di analizzare la società, sono incapaci di capire loro stessi. Per questo decidono di affiancare le riunioni politiche ad incontri in cui ognuno avrebbe parlato dei suoi problemi personali: la coppia, il rapporto con i genitori, la sessualità, i rapporti di amicizia. La situazione si complica perché due componenti del gruppo di autocoscienza, Anna e Federico, si innamorano, ma non vogliono vivere un rapporto tradizionale cioè esclusivo, ritengono giusto che il loro stare insieme non neghi rapporti con altri/e. Ma non è così facile, insorgono problemi di gelosia e di possessività. Realizzare il dettame dell’ideologia risulta difficile. Cima descrive il movimento femminista e la realtà politica di quegli anni, l’ambiente universitario, il movimento del 1977.
La prof.ssa Francesca Rotta Gentile ha letto in modo appassionato, i passi del libro più poetici mettendo in evidenza come anche oggi esista il problema del parlare poco o niente del proprio privato, in particolar modo da parte degli uomini. Anche la scuola è in ritardo su questa problematica, occorrerebbe un’educazione all’affettività che preparasse i ragazzi ad affrontare le relazioni che caratterizzeranno la loro vita adulta, al saper vivere in coppia avendo la capacità di ascoltare l’altro/a. La prof.ssa ha posto diverse domande all’autore: come è nato questo libro? Cosa vorresti che rimanesse a chi lo legge? Cosa è rimasto a te che lo hai scritto? La prof.ssa ha messo anche in evidenza come nel romanzo si alternino prosa a poesia ed ha fatto considerazioni sul linguaggio usato nelle diverse situazioni, spesso caratterizzato da sostantivi del vernacolo versiliese. Diverse domande sono state poste anche dal pubblico presente. In particolar modo ha interessato una questione: quanto nel romanzo fosse reale e quanto immaginato.
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