“Abbiamo proposto ai comuni di Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia e Sanremo di apporre in sede pubblica le bandiere della pace e di Emergency. Quella della pace per solidarizzare con l'Afghanistan e simboleggiare contrarietà alla guerra, oltre che attenzione a quanto sta avvenendo nel Paese, e quella di Emergency per celebrare la figura di Gino Strada, recentemente deceduto. Soltanto il comune di Vallecrosia ha risposto velocemente. Gli altri comuni no”.
E’ questa la posizione di Rete Sanremo Solidale, che ha denunciato una serie di inadempienze del Comune matuziano. “Il progetto – prosegue - non avrebbe fatto spendere al comune né un centesimo né un secondo di lavoro dei suoi impiegati, giacché noi avevamo comprato le bandiere e le avremmo portate sul posto per farle sventolare, sarebbe bastata pertanto un'autorizzazione. Dal Comune di Sanremo questa autorizzazione non è arrivata e questa conclusione ci delude e amareggia giacché l'attuale amministrazione non solo non ha mai l'iniziativa politica di solidarizzare e di dimostrare interesse nei temi non immediatamente rilevanti l'economia cittadina, ma addirittura dimostra di non appoggiare le iniziative delle sue associazioni. Non è la prima volta che accade, purtroppo. Già altre associazioni hanno subito l'assenza o l'opposizione da parte del Comune. Soltanto per citare un caso recente, la proiezione sul G8 organizzata dall'ANPI di Sanremo che è stata immotivatamente annullata all'ultimo momento”.
“Inoltre anche a noi di Rete Sanremo Solidale era capitato di incontrare l'opposizione dell'amministrazione – proseguono da Rss - l'anno scorso ci siamo mobilitati con grande impegno per la realizzazione di una mostra artistica sulle tematiche dell'agricoltura, delle migrazioni e del lavoro, mobilitando gli artisti visivi della nostra zona (e non) per la realizzazione di opere appositamente preposte. Opere che sono rimaste al buio e che non sono mai state esposte perché il Comune non soltanto non ci ha voluto dare uno spazio per la mostra, ma non ci ha neppure concesso un appuntamento, o di parlare con loro, continuando a procrastinare e a beffarsi di noi. Questo silenzio è assordante e merita di essere denunciato”.