“Farò di tutto per tenere transizione ecologica e sociale allineate, devono andare insieme, ma finora non è stato fatto”. Lo ha dichiarato il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani questa mattina a Genova al convegno organizzato dalla CGIL “Verso una transizione sociale” in corso ai magazzini del cotone.
Cingolani, parlando degli 89 miliardi di fondi destinati alla Liguria dal pnrr, ha ricordato la leadership dell'Italia in questo periodo in Europa, base da cui partire e che non bisognerà perdere, per ottenere un obiettivo per cui “non c'è un piano b”.
Il ministro nel corso del suo intervento ha spiegato come il raggiungimento dell'obiettivo sia molto difficile.
“Il primo passo - ha detto - sarebbe trasformare in elettrico la combustione, oggi prodotta prevalentemente dalla manifattura, dai trasporti e dalle abitazioni. L'equazione sarebbe elettrificare tutto, ma la grande quantità di energia elettrica è prodotta con la combustione, mentre in minima parte è prodotta con energie rinnovabili. Ogni anno dovremmo avere impianti rinnovabili oggi non sufficienti”.
Cingolani ha poi ricordato il tavolo aperto con i sindacati del comparto energia e con Confindustria “Siamo d'accordo che la transizione ecologica vada fatta, per questo tutte le categorie che in passato avevano posizioni diverse, si sono sedute insieme al tavolo”.
Critiche al discorso di Cingolani sono arrivate da Bruno Manganaro, coordinatore politiche industriali della CGIL Genova: “Il discorso di Cingolani è stato debolissimo, la transizione ecologica riguarda al 99 per cento le industrie e un terzo dell'umanità, mentre i restanti due terzi la subiranno. Saranno necessari prodotti minerari che si estraggono dai paesi dell'Africa e dell'oriente, le cui popolazioni saranno sfruttate”.
“Io non sono contrario alla transizione, sono aperto anche sul nucleare”, continua Manganaro, “ma è sbagliato non sentire la voce dei lavoratori dell'industria in quella che sarà la più grande operazione mai fatta in Europa. In Germania si parla di migliaia di esuberi solo nel settore dell'auto, questo significa rimettere in discussione i salari, sarà una macelleria sociale che metterà in discussione l'occupazione”.
Troppe le domande rimaste senza risposta per Manganaro: “Ci sarà la cassa integrazione per gli esuberi? Perché non si parla di aumento del salario minimo? Stiamo rischiando tensioni sociali”.
Sul futuro dell'ex Ilva di Genova, Manganaro chiosa: “Su Ilva piace giocare, ma se il gioco diventa volontà bisogna discutere con lavoratori e sindacati”.
Pnrr: 89 miliardi di euro per rilanciare la Liguria. Sul tema del piano nazionale di ripresa e resilienza è intervenuta la segretaria regionale di CGIL Liguria Fulvia Veirana
“Serve un nuovo modello di sviluppo che garantisca coesione sociale cambiando il welfare. La Regione apra un confronto con sindacati, imprese, università ed enti locali”.
“Dal 2015 a oggi la Liguria ha perso più di 62 mila abitanti , un giovane su cinque non studia e non lavora e ogni anno almeno mille persone tra i 18 i 39 anni lasciano la Liguria. Non si può perdere il treno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Verso una transizione sociale. Serve una nuova transizione sociale, un nuovo modello di sviluppo che sappia garantire coesione sociale cambiando anche il modello di welfare”.
Da qui alcune proposte che possono e devono tradursi nella costruzione di un Patto per lo Sviluppo per orientare la comunità a preparare i progetti per utilizzare al meglio gli 89 miliardi destinati ai piani locali. “È necessario che la Regione apra velocemente un confronto con sindacati, imprese, università, enti di ricerca e comuni - continua Veirana - serve coesione per disegnare un nuovo modello di sviluppo per il futuro”.
Bisogna immaginare una regione che faccia dell’equilibrio ambientale di sistema il metro di misura per far convivere le diverse potenzialità del nostro territorio. “Dobbiamo sollecitare la progettazione del futuro - ha ribadito la segretaria regionale Cgil - lavoro di qualità, filiere produttive solide, welfare generativo, aumento del benessere attraverso l’innalzamento della qualità delle politiche sociali, della sanità, della formazione e della vita nelle città”.
In particolare per rilanciare la vocazione industriale del nostro territorio e per elaborare strategie compatibili all’agenda 2030 non si può che partire dal tema dell’energia
“La Liguria ha tutte le carte in regola per fare un grande investimento nelle rinnovabili - ha spiegato Fulvia Veirana - trasformando il processo di decarbonizzazione in un’occasione di sviluppo. Possiamo diventare un vero e proprio laboratorio, creare delle Hydrogen Valley per utilizzare l’energia prodotta dall’idrogeno in settori ad alta intensità“ .
L’evoluzione dei porti dovrà essere protagonista della rivoluzione verde: I “green ports”, attraverso l’elettrificazione delle banchine andranno promossi e pianificati attraverso progetti specifici
Il freno dello sviluppo industriale nella nostra regione, inoltre, è legato alla capacità del territorio di attrarre nuove attività realizzando un ambiente favorevole con un’adeguata offerta di servizi pubblici.
“E poi bisogna lavorare a un vero welfare inclusivo a partire dagli asilo nido. Qui in Liguria solo 28 bambini su 100 hanno un posto al nido e la metà di questi si affidano a un servizio privato - conclude la segretaria regionale - spero che il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani accetti un confronto tra sei mesi per fare il punto come qui in Liguria riusciremo ad agganciare al treno nazionale ed europeo”.
“Stiamo finalmente uscendo dalla pandemia. Oggi ci troviamo in una condizione forse unica nel nostro paese. Bisogna andare alla fine degli anni 50 per trovare questi numeri”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Giovanni Toti, intervenuto al convegno organizzato dalla CGIL Liguria ai magazzini del cotone.
“Davanti a noi - continua - abbiamo un obiettivo di crescita che dobbiamo sfruttare al meglio. In Liguria cominciamo a vedere certezza di investimenti dal pnrr o dal collegato. In Liguria arriveranno tantissimi fondi e avremo bisogno di confrontarci. Il cervello del pnrr è Roma, noi dovremo costruire un sistema ligure. In consiglio regionale abbiamo fatto una commissione per tenere stretti i bulloni sulle decisioni prese sul territorio”.
Sulla campagna vaccinale, Toti ha aggiunto: “Deve entrare nel mondo del lavoro, tante volte si è combattuto sulla sicurezza e oggi il vaccino equivale alle battaglie sulla sicurezza del mondo del lavoro da combattere come il lavoro nero”.