"Parlare della Liguria, pensare di valorizzare realmente un territorio significa scoprire e ricordarci che un'infinità di erbe selvatiche dei nostri prati sono un toccasana per la salute e rappresentano la nostra memoria storica e culturale".
Interviene in questo modo l'agricoltore-scrittore di Camporosso Marco Damele, che prosegue: "In futuro auguriamoci meno cemento e più oasi verdi; in ogni città si dedichino spazi riservati alla crescita delle erbe spontanee, come museo naturale all'aria aperta, di conoscenza e promozione botanica. La tradizione rurale contadina da sempre ci aiuta a comprendere che cibarsi di piante selvatiche è utile e salutare, che contengono più minerali e più vitamine che le insalate coltivate; ma oggi questi insegnamenti non vengono presi più in considerazione. Cosa sanno oggi i nostri amministratori, i nostri politici delle erbe spontanee presenti sul territorio?, cosa sanno oggi i giovani agricoltori, imprenditori agricoli del ruolo fondamentale di queste piante sulla fertilità dei nostri terreni?"
Ecco dunque l'invito a riappropriarci della cultura delle erbe, della curiosità della conoscenza, di ritornare recarci nei prati, quei pochi ancora risparmiati da diserbanti ed antiparassitari, alla ricerca delle nostre alleate 'erbacce': "Ritorniamo a riconoscere e promuovere l'acetosella, erba dal sapore acidulo e gradevole: mangiata in insalata, mescolata con altre verdure è piacevolissima. La maggiorana, erba tradizionale ligure, può essere anche essiccata e conserva per lunghissimo tempo il suo aroma, utilizzata da sempre nella nostra cucina. per non parlare dell'ortica, ricchissima di sali minerali, proteine e ferro. E' ora il tempo di raccogliere le foglie ancora tenere, ottima in frittata o cotta con la cipolla, magari egiziana. La borragine, anche lei un'erba che rappresenta la Liguria, si trova in tutti i terreni incolti, indispensabile per la torta pasqualina è ottima nel ripieno di ravioli. Ed ancora la malva, buona e salutare. Ottima in cucina, cotta con gli spinaci e le uova sbattute, salutare come decotto rinfrescante, come calmante della tosse e nei casi di infiammazione dell'apparato digerente. L'elenco sarebbe infinito , basta iniziare a diventare nuovamente curiosi della vita; la natura non fa nulla per caso; per lo meno non fa quasi mai le cose senza una buona ragione e le 'erbacce' possono rappresentare una grande fonte di insegnamento".
Marco Damele, scrittore, imprenditore botanico e tecnico biologico di Camporosso in provincia di Imperia, è protagonista da oltre vent'anni nel mondo della floricoltura del ponente ligure. Dai premi nazionali e internazionali ricevuti per la sua coltivazione di verde ornamentale, dopo un arricchimento professionale alla guida dei giovani agricoltori, ha orientato l'attività dell'azienda sulla ricerca e coltivazione delle antiche varietà orticole, di cui per via della moda, dei gusti e della richiesta di mercato si erano letteralmente perse le tracce.
In particolare ha studiato e reintrodotto la cipolla egiziana ligure (Allium cepa viviparum), diventata in poco tempo preziosa ed autentica testimone della biodiversità del Ponente ligure. Marco oggi è un contadino moderno, un custode della biodiversità, titolare di un'azienda all'avanguardia orientata al futuro che alterna alla coltivazione, anche una ricca attività di incontri e conferenze in giro per l'Italia. Per Edizioni Zem ha scritto nel 2017 e 2019 insieme alla giornalista Irina Reydes i libri 'La cipolla Egiziana' e 'Una storia di agrobiodiversità del Ponente Ligure', nel 2018 la sua prima raccolta di ricette vegetariane intitolata 'Cucinare la Cipolla Egiziana' nel 2019 il 'Breviario di Agricoltura, biodiversità e tradizioni contadine' e a fine 2020 'Il Giardino della Biodiversità'.