Al Direttore - 05 settembre 2021, 09:40

Liguria e liguri di fronte alla guerra civile americana. La storia ligure raccontata da Pierluigi Casalino

In precedenti occasioni ho ricordato il coinvolgimento della Liguria e dei liguri  nella guerra civile americana. In particolare il confronto tra unionisti e confederati si manifestò nei porti liguri dove si disponevano da tempo, da parte americana, opportunità strategiche. Al riguardo episodi di scontri fisici tra i simpatizzanti delle due parti in lotta si verificarono nel Golfo di La Spezia, dove gli Stati Uniti avevano frequentazioni militari rilevanti già prima del conflitto, usufruendo di una base logistica in acque prima sabaude e poi italiane, quale era la baia di Panigaglia (il campo degli yankees 'er campo dei genchi' in dialetto). Allo scoppio delle ostilità gli americani in armi colà presenti si divisero in opposte fazioni e solo l'intervento dei carabinieri evitò che la zuffa degenerasse in scontri sanguinosi. Analogamente ad Oneglia e Sanremo, dove la potenza stellata usufruiva di scali e di reti mercantili, la tensione tra nordisti e sudisti non mancò di preoccupare le autorità locali. A Ventimiglia, dove le basi dello spionaggio USA alla frontiera si erano trasferite dopo il passaggio di Nizza alla Francia, avvennero analoghi episodi.

Abbiamo visto che anche prima della cessione della contea di Nizza alla Francia, i porti di Nizza e quello di Villafranca (oggi Villefranche), sede della marina da guerra piemontese, erano in parte concessi in uso alla bandiera a stelle e strisce come avveniva pure per la flotta zarista russa. Il divampare del conflitto civile oltre Atlantico trasformò anche la Liguria in un teatro di guerra tra le due anime americane, non senza la partecipazione di spie e di emissari in qualche modo collegati con i diversi servizi segreti europei, interessati a seguire, a loro modo, il corso degli eventi per conto degli Stati del Vecchio Continente. Il momento di confusione generò non pochi problemi agli interessi mercantili liguri legati al Nord America. Giuseppe Garibaldi venne inizialmente invitato da Lincon a guidare le armate dell'Unione e per questo chiese il preventivo parere di re Vittorio Emanuele Il, che lasciò alla coscienza dell'eroe dei Due Mondi la relativa decisione: il sovrano del resto era ben contento di mettere in luce la nuova Italia agli occhi di Washington. D'altra parte il Nizzardo voleva proseguire in quel conflitto la sua lotta personale contro l'odiato Pio IX, che, tra l'altro (ma solo in un primo momento), aveva benedetto i confederati (nei cui territori vivevano prevalentemente dei cattolici) contro i protestanti unionisti, se pur per una errata e precipitosa valutazione politica, non condivisa tuttavia dagli informatori vaticani in America, componenti della celebre Entità, i servizi segreti della Santa Sede, che contribuirono ben presto a far mutare avviso al pontefice: tra essi si distinsero vari armatori e naviganti liguri consapevoli della reale posta in gioco (in particolare si ricordano pure le attente relazioni su la guerra civile americana di commercianti e marittimi di Laigueglia e di Taggia che frequentavano già dai primi decenni del XIX secolo l'isola di Santo Domingo e tutti i Paesi affacciati sul Golfo del Messico). Sebbene Garibaldi rivendicasse come un suo diritto la cittadinanza americana, il generale non si mosse oltre Atlantico. Molti liguri ed italiani, invece, si arruolarono nelle file dei due schieramenti a seconda delle diverse opportunità offerte.

Pierluigi Casalino 

Redazione