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Attualità | 16 agosto 2021, 18:13

Sanremo: visita dei radicali in carcere: sul tavolo i problemi della capienza con 242 detenuti su un massimo di 191

“Siamo stati informati dei progetti futuri che riguardano la riapertura della scuola di agraria, il ritorno alla didattica in presenza, un progetto di piccolo polo universitario, la possibile riapertura del laboratorio teatrale"

Sanremo: visita dei radicali in carcere: sul tavolo i problemi della capienza con 242 detenuti su un massimo di 191

“Siamo tornati a visitare dopo due anni la Casa di Reclusione di Sanremo Valle Armea in una arroventata antivigilia di ferragosto, come delegazione del Partito Radicale (di cui facevano parte insieme a me Angelo Chiavarini, Claudia Bornico e l’avvocato Luca Robustelli), ci hanno cortesemente ricevuti e accompagnato per diverse ore la Comandante Nadia Giordano, la dirigente medica e alcuni loro colleghi”.

Intervengono in questo modo gli esponenti liguri del partito radicale, dopo la visita di venerdì scorso al carcere di Valle Armea a Sanremo. “242 i detenuti presenti su un capienza che il DAP indicava fino a poco tempo fa di 219 posti – proseguono - e adesso invita a considerare (secondo quali parametri?) di 234 posti, mentre la Comandante la stima di 206 posti e altre fonti (la UIL Penitenziaria) di 191 posti regolamentari:  una incertezza comune ad altri istituti (Marassi ad esempio) e dice ben più di qualcosa riguardo alla situazione nazionale dove ai 50.000 posti dichiarati ne corrispondono (al netto di strutture e riparti chiusi, inagibili, in ristrutturazione o non ancora inaugurati) diverse migliaia di meno. Più certi ma non rassicuranti quelli relativi al personale di custodia che la pianta organica fissa a 201, ma gli assegnati sono 174 e al netto dei distacchi gli effettivamente presenti sono 155 e quindi mancano all’appello ben 45 agenti; piuttosto rilevante la carenza di ruoli intermedi, mancano ispettori e sovrintendenti”.

“Tranquilla la situazione covid con un solo incerto caso tra i detenuti dall’inizio della pandemia, ma nessuno attualmente; tra il personale sono stati 22 i casi riscontrati e si registra attualmente un positivo;  all’isolamento fiduciario dei nuovi ingressi e le eventuali quarantene dei casi sospetti è stata destinata la sezione di isolamento, ancora purtroppo ridotti a 3 al mese i colloqui in presenza, mantenute le telefonate (una al giorno) e i whatsapp (2 a settimana); 306 detenuti hanno ricevuto la prima dose del vaccino, 141 quelli che le hanno ricevute entrambe e avrebbero diritto al green pass;  diversi dei (pochi) volontari presenti fino al 2020 non sono più tornati a svolgere il loro servizio. La situazione medica è migliore di quella di altri istituti disponendo di copertura medica h24 e di 8 medici in organico, gravemente carente risulta però quella dell’assistenza psichiatrica con un unico specialista (richiamato dalla pensione) che si divide tra Imperia e Sanremo garantendo una presenza di una decina di ore a settimana in istituto: sarebbe necessaria la presenza stabile di uno psichiatra e la Regione e l’ASL 1 dovrebbero farsene carico, occorre inoltre arrivare all’apertura  della prevista REMS di Calice al Cornoviglio”.

“Siamo stati informati dei progetti futuri che riguardano la riapertura della scuola di agraria, il ritorno alla didattica in presenza, un progetto di piccolo polo universitario, la possibile riapertura del laboratorio teatrale, il possibile impianto di attività di una ditta che si occupa di verde ornamentale e l’ampliamento della Cooperativa Articolo 27 che produce finestre e serramenti di ottima qualità e potrebbe passare da 4 a 7 detenuti lavoranti a posto fisso, pare sfumata invece la possibilità di installarvi una lavanderia industriale .  Sono buoni propositi, ma la realtà attuale è di soli 4 posti di lavoro disponibili in tutto l’istituto. Al Padiglione C (destinato a protetti e sex offenders e teatro purtroppo di un recente suicidio) i detenuti lamentano con ragione la situazione di abbandono in cui si trovano, con il regime a cella aperta a cui non corrisponde nessuna attività a loro dedicata, difficoltà di accedere ai (pochi) posti di lavoro e ai corsi di studio, scarsa e quasi inesistente presenza degli educatori e degli stessi agenti, la penitenziaria in effetti controlla la sezione dal piano terra con la videosorveglianza , senza la presenza di un agente per piano ; l’ascensore – importante quando si tratta di spostare qualcuno verso la lontana area medica – rimasto fuori uso per circa un anno è stato riparato da poco, ma è nuovamente guasto e inutilizzabile”.

“L’apertura di almeno 8 ore delle celle prevista dalla sorveglianza dinamica a detta dell’istituto è attuata, ma di fatto alle 4 ore d’aria si assommano le possibilità (a turno) di accedere alla palestra, al campo di calcio e alle salette socialità con qualche calciobalilla (dove si viene chiusi), tutti i detenuti con cui abbiamo parlato si lamentano di questa chiusura, in particolare quelli che vengono da istituti di altre regioni dove non esiste.  Un fatto grave considerato che gran parte dei detenuti presenti sono definitivi spesso con pene da scontare di considerevole durata (in qualche caso l’ergastolo) e avrebbero diritto al regime di maggior apertura previsto dalla legge e a possibilità di accesso ad attività di studio e lavorativa superiori a quelle che l’istituto offre;  la promessa di automatizzare gli ingressi ai piani e garantire la sicurezza necessaria all’apertura delle celle con la video sorveglianza non è stata attuata. Fanno eccezione la quarta sezione (a custodia attenuata) a regime aperto e il Padiglione C dove tuttavia il primo piano da circa un mese per ragioni disciplinari è stata temporaneamente chiuso. Non contribuisce a migliorare la situazione l’incertezza sulla classificazione dell’istituto, che da qualche tempo è tornato ad ospitare anche parte degli arrestati del Ponente. Uno spazio importante e finora poco utilizzato è la sala cinema teatro, in buone condizioni ci sono sembrate le palestre e la biblioteca, in stato assai precario in termini di igiene e di pulizia si presentavano le cucine”.

“Di chi sono le responsabilità di quanto abbiamo visto e in parte conoscevamo? Probabilmente anche della città, ma a nostro avviso della politica locale e regionale che da anni si disinteressa di Valle Armea e non lo visita quasi mai, in particolare non lofa  Franco Vazio che nei mesi scorsi si è ritagliato il discutibile ruolo di promotore del tavolo tecnico che sta cercando di far passare il progetto di realizzare il nuovo Carcere di Savona in Valbormida chiudendo non uno ma tutti e due gli occhi sull’isolamento dalla città che comporterebbe e su quanto c’è di azzardato nell’includere tra le aree possibili l’ex-ACNA di Cengio con i suoi 27 ettari destinati a cimitero permanente di rifiuti tossici non stoccati e smaltiti altrove .  Franco Vazio invocava nella perorazione di questa scelta la disponibilità di ampi spazi dedicati ad attività lavorativa e trattamentale, lo invitiamo insieme agli altri che hanno partecipato a quel tavolo a visitare Sanremo che ne è dotato, ma quasi del tutto sprovvisto di queste attività e a fare qualcosa per favorirne l’insediamento e l’installazione”.

“Tra i possibili strumenti utili a migliorarla – terminano i radicali - il maggior ricorso alle misure alternative fin dall’inizio dell’esecuzione pena che il Ministro Cartabia sta proponendo e l’attesa nomina del Garante dei Detenuti da parte del Consiglio Regionale  insieme a quella di Garanti Comunali o Provinciali,  se anche Sanremo decidesse di dotarsene la distanza che separa il carcere dalla città e anche in questa occasione abbiamo riscontrato potrebbe cominciare a diminuire”.

Carlo Alessi

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