Il 16 settembre scatteranno gli espropri temporanei necessari a localizzare e scavare il nuovo pozzo dell'acquedotto di Taggia in zona Teglie. L'obiettivo del comune è superare la drammatica situazione dell'acquedotto Teglie, cancellato dall'alluvione di ottobre 2020 e con le pompe di captazione a serio rischio di rottura.
A causa del sedime sabbioso depositatosi nell'alveo del torrente dopo l'evento meteo avverso, l'acqua captata non è priva di sedimenti e compromette il funzionamento delle nuove pompe dell'impianto. L'ultima rottura si è registrata a fine luglio. Il rischio concreto che Taggia resti senza acqua è dato anche dal crollo che ha interessato il pozzo 1 dell'acquedotto in questione. Questo andrà completamente ripristinato in questi mesi, con un nuovo scavo.
Per superare questa situazione complessa e preoccupante, il Comune occuperà per 6 mesi alcuni terreni sulla sponda destra del torrente Argentina. In questo tempo, verrà effettuato uno studio geognostico aggiornato, l'ultimo è risalente al 2015 e quindi si procederà a localizzare il punto dove scavare il nuovo pozzo, nell'area della piana, a monte del rio Corneo, dando il via al futuro campo pozzi che servirà Taggia. Il nuovo pozzo d'emergenza funzionerà in tandem con il sistema già esistente.
Questo è un intervento che guarda al futuro quando arriverà anche l'Ospedale Unico. L'importante struttura necessiterà di un considerevole apporto idrico costante e quindi non si potrà rischiare che si verifichino problemi legati all'approvvigionamento d'acqua. In questa ottica, uno studio aggiornato sull'area, fornirà un quadro chiaro, sul necessario intervento di implementazione del sistema di captazione idrico che richiederà quindi più punti di prelievo. Un'opera che rientrerà tra gli interventi accessori collegati alla realizzazione del nuovo nosocomio.