Sono Romano Lupi e Riccardo Mandelli i protagonisti, sabato alle 19 in piazzetta dei Ferri a Sanremo, del quinto incontro della rassegna “Happy Hour con l’autore”. Ne “Il libro nero del Festival di Sanremo”, scritto a quattro mani dai due autori, ci faranno scoprire trame occulte e manipolazioni che hanno avvolto una parte della Città dei Fiori, dall’inizio del Novecento a oggi.
La storia del Festival di Sanremo non è scritta soltanto dalla "grande evasione" di tv, sorrisi e canzoni. E tanto meno da quello che, davanti agli occhi di tutti, accade sul palcoscenico. L’intento degli autori è quello di uscire dalla trattazione tradizionale della kermesse canora più importante del Paese, per avvicinarsi, piuttosto, all’analisi degli “scandali” che lo hanno caratterizzato negli anni e all’essenza stessa del Festival.
Esiste, infatti, una storia segreta che attraversa tutto il dopoguerra italiano e le cui premesse nascono da una sorta di "progetto Sanremo" ideato alla fine dell'Ottocento: un "paradiso terrestre massonico" dove il gioco d'azzardo è il termine medio tra spionaggio internazionale e grandi giochi politici. Il Festival è l'ultima tappa di un percorso dove la manipolazione sociale assume i morbidi e insinuanti contorni della musica nazional-popolare.
Il legame con il Casinò è molto forte. Non è un caso che la kermesse canora sia nata e si sia sviluppata in stretto collegamento con una delle quattro case da gioco italiane, tra i rapporti indicibili delle istituzioni con la criminalità organizzata, i servizi segreti e l'industria discografica.
Gli scandali emersi nel corso degli anni presentano risvolti molto più inquietanti rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare. Dalle ambigue figure dei primi "patron" festivalieri come Pier Bussetti, Achille Cajafa ed Ezio Radaelli, con i loro tragici destini, alla misteriosa morte di Luigi Tenco; dal ruolo del Vaticano nell'industria del gioco e dell'intrattenimento ai Festival truccati; dalle tangenti di Adriano Aragozzini fino alle polemiche sulle amicizie in odore di mafia del direttore artistico Tony Renis. La storia d'Italia non è mai banale ed è sempre capace di stupire, anche quando "sono solo canzonette".
A moderare l’incontro sarà lo scrittore e presentatore Massimo Milone.