Attualità - 27 luglio 2021, 07:11

Santiago de Compostela e Riva Ligure unite dai resti di un pellegrino trovati a Capo Don nell'Anno Giacobeo (Foto e video)

Una scoperta che ha dell'incredibile e che chiude la campagna scavi 2021. Ora si guarda al futuro con l'intuizione di rendere l'area archeologica fruibile a tutti. Ne abbiamo parlato con Alessandro Garrisi e Giorgio Giuffra.

Nella gallery le foto dell'Open Day del 25 luglio 2021 e la conchiglia del pellegrino ritrovata nell'area scavi.

Nell’anno santo compostelano, agli scavi di Capo Don a Riva Ligure sono stati ritrovati i resti di un pellegrino con tanto di conchiglia, parzialmente integra, a simboleggiare il suo cammino verso Santiago di Compostela. Ha dell’incredibile quanto emerso solo pochi giorni fa, se si pensa che è capitato a ridosso del 25 luglio, giorno in cui i pellegrini di tutto il mondo festeggiano San Giacomo, nell'anno giubilare che non cadeva da 11 anni.

Un ritrovamento che unisce Riva Ligure alla famosa Santiago de Compostela in Spagna, meta finale dell'omonimo Cammino percorso ancora oggi da migliaia di pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo. Il ritrovamento apre anche a ulteriori considerazioni visto che gli scavi sono vicini alla Via della Costa, l'itinerario lungo la Liguria che fa da ponte tra Santiago e Roma, collegandosi con la Via Francigena. 

L'eccezionalità di questa scoperta arriva al termine della campagna scavi, previsto il 31 luglio. Questo ritrovamento è solo uno dei reperti scoperti quest'anno. "Abbiamo ripreso le indagini interrotte nel 2018. - ci racconta il direttore dello scavo di Capo Don, Alessandro Garrisi -  Abbiamo scavato dentro la chiesa e trovato una serie di sepolture, alcune delle quali piuttosto interessanti: una infantile, i cui resti sono di un'età compresa tra 1 e 3 anni, in una cappuccina (tomba ndr), con una storia particolare. Poi, sono state trovate le ossa di un pellegrino. Insieme ai resti anche una conchiglia di San Giacomo che testimonia l'avvenuto pellegrinaggio del defunto al Santuario di Santiago de Compostela. Cercheremo di trovare più dettagli".  

I risultati di quest'anno ancora una volta confermano l'importanza di questa attività di scavo e soprattutto testimoniano la rilevanza di questo sito di studio. Un patrimonio storico che oggi guarda al futuro: da un lato con l'esposizione dei reperti presso il SEM, lo Spazio Espositivo Multimediale all'interno del palazzo comunale, dall'altro, l'anno prossimo scadrà la concessione ministeriale per gli scavi iniziati nel 2009 che ha permesso di riportare alla luce i reperti e la storia di questi luoghi.

Ora per l'area di Capo Don si apre una nuova fase che punta alla riqualificazione. Fino ad oggi gli scavi venivano aperti al pubblico solo in occasione degli 'Open Day' a fine campagna, proprio come avvenuto ieri. In un prossimo futuro, l'obiettivo è di trasformare l'area delle rovine in uno spazio espositivo accessibile e visitabile tutto l'anno. Un vero e proprio museo a cielo aperto, polo culturale di qualità per la Liguria. 

"Con ogni probabilità cesseremo anche gli scavi. - conferma Garrisi riferendosi all'anno prossimo - Su questo sito per la prima volta verrà realizzata anche una monografia. L'auspicio migliore è che qui avvengano tutte quelle opere di valorizzazione per fare in modo che venga messo a disposizione della comunità in modo permanente. E' importante fare uno sforzo in questa direzione".

Intenzione, confermata anche dal sindaco di Riva Ligure, Giorgio Giuffra: "E' un progetto ambizioso che segue quello dello spazio espositivo multimediale. Ci siamo resi conto di quanto sia attrattivo il sito di scavo per residenti e turisti, per chiunque abbia piacere di scoprire com'è fatta la nostra storia". 

"Abbiamo un obiettivo ambizioso ma a portata di mano: aprire questo sito a tutti. - anticipa - Presto verrà creato un nuovo ingresso dalla vecchia strada di Castellaro, verranno fatte una serie di opere ancillari per rendere questo sito più fruibile". 

"Un progetto europeo e ringraziamo Regione Liguria per averci fatto recuperare questi 75mila euro di finanziamento che saranno il primo passo per una valorizzazione globale di questo splendido patrimonio storico, artistico, culturale che abbiamo - conclude il sindaco Giuffra - I ringraziamenti oggi sono doverosi: in primis alla Soprintendenza che ci ha concesso l'opportunità di scavare nel sito archeologico; l'Istituto Pontificio di Archeologia Cristiana che ormai si è affiancato a noi in questa avventura lunga 10 anni; la fondazione Lamboglia; l'istituto comprensivo che mette a disposizione i propri spazi per ospitare gli archeologi provenienti da tutto il mondo; la curatrice del Sem, Silvia Papalia che fa in modo che i nostri gioielli vengano valorizzati nel migliore dei modi". 

Stefano Michero