Attualità - 10 luglio 2021, 11:16

Ventimiglia, emergenza migranti: tre giorni di eventi organizzati dagli attivisti no borders di 'Progetto 20k'

L'iniziativa si svolgerà dal 15 al 17 luglio per "immaginare e costruire collettivamente una Ventimiglia differente"

"Il 15, 16, 17 luglio 2021 immagineremo e costruiremo collettivamente una Ventimiglia differente": lo annunciano sulla propria pagina Facebook gli attivisti no borders di 'Progetto 20k' che hanno organizzato l’iniziativa “Transborder Camp Ventimiglia. 

"Ventimiglia, dove la frontiera è apparentemente inesistente e inspiegabile, poiché si erge proprio nel cuore dello spazio Schengen, scrivono, laddove non dovrebbe neanche esistere. La frontiera di Ventimiglia, tra l'Italia e la Francia, è il luogo della militarizzazione delle strade, della criminalizzazione della solidarietà, della brutalità dei traffici di esseri umani, del controllo e degli abusi sui corpi degli uomini e soprattutto delle donne, dei respingimenti violenti, anche di minori. Pratiche che vengono messe in atto quotidianamente sui treni, per le strade, sui sentieri di montagna; dalla polizia italiana, dalla polizia francese, da pattuglie miste; su tutte quelle soggettività non bianche che attraversano questo territorio sfidando le politiche estrattiviste e razziste europee".

"Ventimiglia, riporta ancora il post.  territorio dove le cicliche crisi prodotte dal capitale rinforzano meccanismi di violenza e di annullamento della dignità.

In questo panorama buio e desolante ci sono però delle luci che si accendono. Provengono da un’altra città, quella che resiste, quella solidale, quella che non smette di lottare e di sognare un domani differente. 

Vogliamo sovvertire la geografia urbana, spezzare le linee invisibili che da un lato producono marginalità e dall'altro una città ad uso e consumo della bianchezza, del turismo rapace che profuma di eau-de-toilette, del profitto che pesta corpi per produrre capitale. Attraverseremo e risignificheremo gli spazi urbani, riempiendo il decoro fatto di indifferenza e silenzio con le nostri voci e la nostra rabbia.

Alla politica di morte che vuole corpi sfruttabili come forza lavoro, ma persone invisibili nello spazio urbano, rispondiamo con la politica della gioia, aprendo spazi e tempi di condivisione e scambio, di apprendimento reciproco e connessioni geografiche, al di là di qualsiasi frontiera. Abbattiamo muri per farne ponti, creiamo una parentesi temporale che permetta di risignificare un margine, per viverlo e rivendicarlo come luogo del possibile. Sovvertiamo leggi e luoghi, concludono, per smuovere immaginari e creare le basi di un mondo nuovo, di un domani di libertà.

Redazione