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Attualità | 08 luglio 2021, 14:58

Linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia: due infermiere cuneesi che lavorano a Tenda chiedono l'aumento delle corse

Costrette, per rispettare i turni, a partire un giorno prima per essere sul posto di lavoro e, spesso, a dover rimanere in Francia due giorni prima di poter tornare a casa.

Linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia: due infermiere cuneesi che lavorano a Tenda chiedono l'aumento delle corse

E' stata Luogo del FAI 2021 ed è considerata una delle ferrovie più belle del mondo ma, da anni, è quasi inutilizzabile, con due sole corse all'andata e due al ritorno. Parliamo della ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza che, mai come adesso, sarebbe indispensabile potenziare.

La strada della Valle Roya, oltre il tunnel, è stata devastata dall'alluvione dello scorso mese di ottobre. E prima che il collegamento viario torni agibile ci vorranno anni. La risposta è nella ferrovia, danneggiata ma comunque molto meno della strada. Eppure, restano ancora oggi quattro corse al giorno, due verso la Liguria e la Francia e due verso Cuneo e Torino. Al di là delle perdite economiche di due vallate, la Vermenagna e la Roya, dei disagi per i tanti artigiani che lavorano in Francia e che sono costretti a prendere l'autostrada, con costi e tempi molto più lunghi, c'è anche chi vive in Italia e in Valle Roya ci lavora.

I transfrontalieri. E' il caso di Wanda e Giulia, due infermiere che lavorano all'ospedale di Tenda ma che vivono a Robilante. Costrette, per rispettare i turni, a partire un giorno prima per essere sul posto di lavoro e, spesso, a dover rimanere in Francia due giorni prima di poter tornare a casa. E' da anni che il servizio ferroviario non è più conveniente, stanti le pochissime corse a disposizione. Ma adesso che non c'è più l'alternativa della strada? Le due infermiere hanno presentato una petizione alla Regione Piemonte, con oltre 1.200 firme raccolte in 15 giorni. Sono supportate dal comitato ‘Ferrovie Locali’ e da quello ‘Amici della Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza’.

Chiedono che le corse siano portate a 12, 6 in andata e 6 in ritorno. In particolare chiedono di potenziare le corse tra le ore 7 e 8 in ambo le direzioni, tra le ore 14 e 15 in direzione Tenda-Limone. Il servizio ferroviario, indebolito anno dopo anno, adesso, senza la strada, è necessario.

“All'Ospedale di Tenda – ci hanno detto Wanda e Giulia - prima della tempesta ‘Alex lavoravano’ circa 50 dipendenti italiani residenti in Valle Vermenagna e nei comuni limitrofi a Cuneo. A seguito degli eventi calamitosi sette dipendenti hanno dato le dimissioni. Un dipendente che il lunedì ha il turno dalle 7 alle 19, deve andare a Tenda la domenica, prendendo il treno che parte da Cuneo alle 14:42, arrivo a Tenda alle 15:45, dove prenderà servizio solamente alle 7 del mattino successivo. Ciò significa che, qualora tra un turno e l’altro si abbia un giorno di riposo, è impossibile rientrare presso la propria abitazione. Inoltre chi lavora con un part-time orizzontale è obbligato a restare tutta la settimana a Tenda senza la possibilità di far rientro presso la propria abitazione per appena 4 ore di lavoro al giorno”.

La stessa difficoltà si riscontra nella direzione Tenda-Cuneo, in quanto con sole due corse al giorno è molto complesso riuscire a venire a far la spesa ed usufruire di altri servizi (parrucchiere, estetista, negozi di abbigliamento, mercato del martedì a Cuneo) come erano soliti fare i tendaschi. “Tutto ciò – proseguono - ha creato danni di non poca rilevanza all'economia di tutta la Valle Vermenagna (ma anche di Borgo San Dalmazzo e diCuneo) già duramente compromessa dal Covid e dall’alluvione. Questa situazione non è accettabile! La popolazione della Valle Vermenagna ha diritto ad un servizio pubblico adeguato alle esigenze del territorio".

Sono state studiate tutte le corse possibili. Lo ha fatto un ingegnere, che ha calcolato ogni cosa: i treni esistenti, le fasce di possibile maggior utilizzo, i prolungamenti possibili di corse già esistenti, le difficoltà e i problemi della linea. Insomma, la cosa è possibile. E a dare una risposta può essere solo la Regione. A cui si sono rivolte queste due infermiere. Vogliono una risposta risolutiva. Per loro stesse, ma in realtà per due valli, che senza collegamento viario sono in ginocchio. E che nel treno hanno il loro, al momento, unico futuro possibile.

Barbara Simonelli

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