Ieri sera in consiglio comunale a Imperia abbiamo assistito, per usare le parole della maggioranza, a una delle pagine più buie degli ultimi decenni. Condividiamo le parole di giunta e consiglieri, ma la pagina buia non è dovuta all'intervento dei carabinieri, né alla telefonata della consigliera del Movimento 5 Stelle, che ha chiamato prima gli agenti della municipale, poi i carabinieri, a far rispettare la norma che prevede che al chiuso le mascherine vanno indossate. La pandemia, lo ha ricordato lo stesso Scajola poche settimane fa, non è finita.
Ieri, per la diffusione della variante delta è stata annullata la cerimonia di inaugurazione del mondiale vela agli Aregai. Bisogna insomma tenere alta la guardia, e il gesto di indossare la mascherina in consiglio comunale, oltre a essere una tutela per i presenti, è anche un simbolo di rispetto verso chi il coronavirus l'ha avuto, e chi è morto, come il consigliere comunale di maggioranza Claudio Ghiglione.
È vero, i carabinieri non possono interrompere una seduta di consiglio comunale, ma la verità, per chi vuole raccontare i fatti mettendo da parte le tifoserie, è che i militari si sono avvicinati senza nessuna intenzione di bloccare la seduta, ma semplicemente per spiegare al sindaco e al presidente del consiglio il perché del loro arrivo a palazzo.
Nessuna interruzione per un “intervento in armi della forza pubblica”, come hanno scritto ieri assessori e consiglieri di maggioranza con un comunicato diffuso a caldo, poco dopo i fatti. Bisogna piuttosto interrogarsi sul perché siano dovuti intervenire i carabinieri. Perché a una semplice richiesta di indossare la mascherina al chiuso, come prevede la legge, non tutti, sindaco in primis, si siano voluti adeguare? Perché, la polizia municipale presente in consiglio non è intervenuta trincerandosi dietro la scusa del 'conflitto di interessi'?
Ovviamente, come era nostro dovere, abbiamo provato a far commentare la vicenda alle parti in causa, senza però ottenere risposta.