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Attualità | 30 giugno 2021, 17:37

Ventimiglia: problemi idrici del Roya, svolte indagini dall'Arpal. Confermata l'assenza di inquinamento"

L’analisi granulometrica dei sedimenti ha individuato la presenza di argilla, sabbia e limo, quindi materiale da fine a molto fine; dall’esame petrografico i sedimenti risultano di origine alluvionale, a composizione carbonatica.

Ventimiglia: problemi idrici del Roya, svolte indagini dall'Arpal. Confermata l'assenza di inquinamento"

L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha svolto una serie di approfondimenti, anche analitici, per indagare al meglio la situazione ambientale all’interno del bacino del fiume Roya dove, ricordiamo, dall’alluvione di ottobre ci sono gravi problemi di pescaggio dai pozzi con il rischio di rubinetti a secco nei mesi estivi.

Sono stati effettuati alcuni sopralluoghi ad hoc, realizzati anche con il supporto dei droni che hanno permesso di monitorare la zona dall’alto, con prelievo di campioni di sedimenti e acque superficiali e sotterranee.

“L’iniziativa è nata dal gruppo di lavoro fortemente voluto dall’Assessore Giacomo Giampedrone e istituito da Regione Liguria per la situazione del fiume Roya – spiega Carlo Emanuele Pepe, direttore generale Arpal - per valutare lo stato chimico e la possibilità di fenomeni geochimici responsabili dell’elevata torbidità e l’intasamento conseguente dell’acquifero. Dallo scorso autunno, all’indomani dell’alluvione che ha devastato quella zona, i nostri tecnici si sono recati più volte sul fiume per studiare, monitorare e controllare le conseguenze del nubifragio che il 3 ottobre scorso ha fatto registrare i massimi storici nelle sezioni monitorate dagli idrometri Omirl ad Airole e Torri. Recentemente proprio l’Assessore Giampedrone ci ha chiesto un’ulteriore indagine, anche ai fini dello studio della torbidità dell’acqua, e i risultati analitici hanno confermato l’assenza di particolari inquinanti, confermando l’origine naturale dell’evidente torbidità”.

I risultati verranno utilizzati all’interno del gruppo di lavoro per portare avanti gli studi nella zona, ma fin da ora si può escludere la presenza di tracce di eventuali contaminanti inquinanti. L’analisi granulometrica dei sedimenti ha individuato la presenza di argilla, sabbia e limo, quindi materiale da fine a molto fine; dall’esame petrografico i sedimenti risultano di origine alluvionale, a composizione carbonatica.

L’elevata torbidità del mare segnalata alla foce è compatibile con la situazione delle acque del fiume Roya, che scorre in un alveo fortemente interessato dagli effetti del nubifragio, con convogliamento continuo di materiale da fine a molto fine nelle acque marine circostanti. L’apporto non compromette la balneazione.

Redazione

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