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Attualità | 26 giugno 2021, 18:00

Realdo, i suoi terreni e la gestione ai francesi che non piace: Luigi Iperti ripercorre le 'Storie di Frontiera' dopo il 1947

Nel libro "Storie di frontiera" si parla anche di Realdo e di quanto accadde subito dopo il trattato di pace del 1947. L'opera sarà presentata il 17 luglio a Bordighera.

Realdo, i suoi terreni e la gestione ai francesi che non piace: Luigi Iperti ripercorre le 'Storie di Frontiera' dopo il 1947

Ha fatto molto discutere la decisione del Comune di Triora di affidare per un anno a La Brigue la gestione dei terreni trioraschi in Francia (LA NOTIZIA QUI). Si riapre un capitolo di storia che porta al 1947 e alla suddivisione di Briga Marittima e quindi alla storia di Realdo, oggi frazione di Triora. Vicende che trovano spazio in “Storie di Frontiera” (Editore De Ferrari Genova) di Luigi Iperti.

Sabato 17 luglio presso il Museo Bicknell di Bordighera si terrà la presentazione del libro. L’autore dialogherà con lo storico e saggista Saverio Napolitano. Lo scrittore si propone di fare luce sul difficile periodo successivo al trattato di pace del 1947 che vide il passaggio alla Francia di Tenda, Briga e Molière e degli altri villaggi del circondario Piena, Libri e Piena Bassa. Quelle storie oggi tornano di estrema attualità per spiegare anche il risentimento degli abitanti di Realdo di fronte alla decisione assunta dalla amministrazione comunale triorasca.

"Quei terreni in terra francese, oggetto della convenzione e di cui si ipotizza la vendita, furono ottenuti da Realdo a prezzo di una pesante trattativa e di un arbitraggio internazionale che si protrasse negli anni e che si chiuse solo il 9 ottobre 1953 - spiega Iperti. - Realdo era una frazione di Briga come Piaggia, Carnino e Upega, questi ultimi villaggi ora riuniti nel Comune di Briga Alta. In tutte queste frazioni si parla lo stesso dialetto, il brigasco. Realdo ha sempre avuto i suoi pascoli estivi sul versante del Colle Ardente e Sanson".

"Con il trattato di pace del 1947 questi pascoli divennero francesi ed i pastori di Realdo, che possedevano allora quasi 3mila pecore, si trovarono in grossissime difficoltà. Vi furono invasioni di pascoli, richieste di danni, anche fucilate da parte dei gendarmi francesi”. “Di anno in anno si dovettero intavolare complesse trattative con la parte francese per utilizzare questi pascoli durante il periodo estivo, finché si arrivò alla conclusione della Commissione di Conciliazione, presieduta da un arbitro svizzero, che assegnò a Realdo e quindi a Triora, a cui Realdo era stata aggregata, poco più di 600 ettari di pascoli e boschi, terreni che sono oggi oggetto della convenzione. - ripercorre lo scrittore - Nella lunga trattativa, che ebbe anche momenti drammatici, i pastori di Realdo furono aiutati da Don Guido Pastor e dalla Signora Nilla Gismondi, presidente del Comitato per l’Italianità della Valle Roia. Il giovanissimo Don Pastor, originario di Buggio, figlio di un pastore, si mise a disposizione dei suoi parrocchiani. Di lui ci sono rimasti molti documenti: lettere ad Autorità, perorazioni, documenti di difesa dei diritti dei pastori che mostrano un animo forte nel differente i diritti dei pastori, ma anche equilibrato e pacifico”. 

“Nei lunghi anni di trattative la Gismondi, sanremese, madre di quattro figli, fu, in realtà, il principale tramite tra gli abitanti di Realdo e le varie Autorità, siano esse il Prefetto o il Presidente De Dominicis della Commissione italiana degli esperti civili o vari Ministri, fino allo stesso De Gasperi. La Gismondi non ebbe un compito facile perché l’opinione pubblica era difficile da motivare. Si guardava alla nuova politica italiana, alla ricerca di nuove alleanze, al Patto Atlantico per cui l’amicizia con la Francia era essenziale".

"Le controversie al confine occidentale disturbavano e quindi si cercava di tenerle in ombra. - prosegue lo scrittore - A conclusione della lunghissima trattativa Realdo ottenne una parte importante dei pascoli per i quali si erano tanto battuti i suoi pastori, circa 625 ettari, anche se le richieste erano state assai maggiori, 1.050 ettari di pascoli e boschi, compresi nelle zone Raffreschi, Ubago di Lazz, Broc, Polignaga, Colle Ardente, Sanson e Linaire”.

“Certamente ora la situazione è cambiata. Da lungo tempo non ci sono più pastori a Realdo e la comunità si è molto ridotta, ma i fieri eredi degli antichi pastori, al sentire che Triora potrebbe decidere di vendere alla Francia quelle terre che considerano loro proprietà potrebbe non essere d’accordo ed opporsi. Infatti da sempre La Brigue, che perso l’arbitrato, cercò invano di convincere il Governo francese a comprare quei boschi e quei pascoli e fu proprio Armand Gastaud, sindaco di La Brigue per tanti anni, artefice del “Rattachement”, del movimento che volle l’annessione di Tenda e Briga alla Francia, che mantenne viva l’idea che il suo Comune doveva rientrare in possesso di quelle terre, ma che i realdesi non volevano vendere.  Ora avranno cambiato idea?” - conclude Iperti.

Stefano Michero

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