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Attualità | 28 maggio 2021, 07:21

Il giovane Moussa Balde rivive attraverso l'arte grazie all'illustratore Antonio Federico: adesso è un angelo "che finalmente sorride libero"

Il 22enne guineano, picchiato selvaggiamente a Ventimiglia, si è poi suicidato nel CPR di Torino. La sua storia ha colpito fortemente l'artista che, attraverso la pagina 'Antonio Federico Art', racconta le storie più emozionati, poi condivise da milioni di utenti

Il giovane Moussa Balde rivive attraverso l'arte grazie all'illustratore Antonio Federico: adesso è un angelo "che finalmente sorride libero"

La tragica storia di Moussa Balde, il 22enne originario della Guinea che si è suicidato domenica scorsa nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino, continua a provocare reazioni di sdegno e rammarico in tutta Italia sia "dentro" che fuori dai social. Il giovane migrante era stato picchiato selvaggiamente il 9 maggio scorso da tre persone a Ventimiglia. I presunti autori del pestaggio, avvenuto anche con un posacenere comunale, grazie a un video diffuso in rete. vennero individuati in poche ore dalla Polizia che li ha denunciati a piede libero.

All’esito degli approfondimenti investigativi, però il ragazzo (che si trovava in provincia di Imperia dove aveva anche ottenuto la licenzia media) è risultato essere irregolare sul territorio ed è per questo che sono state attivate le procedure di espulsione. Una condizione a cui il giovane Moussa non ha retto psicologicamente e ha deciso di togliersi la vita

Questa tragica storia ha colpito la sensibilità dell’artista Antonio Federico, originario di Reggio Calabria ma trapiantato a Firenze. Le sue opere, illustrazioni e vignette, hanno emozionato profondamente tanto da esser condivise da milioni di persone, come quella dedicata alla scomparsa prematura del calciatore della Fiorentina, Astori. Federico, colpito dalla vicenda di Moussa, ha chiesto informazioni alla nostra redazione in merito proprio a quanto accaduto e ha deciso di omaggiare la sua memoria attraverso uno dei suoi disegni. 

Il 22enne guineano è raffigurato come un angelo. Un angelo sorridente che indossa la maglietta bianca con scritto 'Imperia antirazzista'. Proprio questa foto ha fatto in pochi giorni centinaia di condivisioni subito dopo la notizia della sua morte. Anche in questa illustrazione Moussa era sorridente eppure il sorriso lo aveva perso da quando era stato trasferito al Cpr torinese. Nella raffigurazione di Federico dice “Volevano uccidermi con le loro mani, non gliel’ho permesso”. Una frase questa che arriva forte al cuore del lettore e che veicola un messaggio tanto chiaro, quanto triste. 

“Per me le ali rappresentano il passaggio. La transizione, spiega al nostro giornale l’artista. Ho visto il video sui social e mi sono detto 'ma come fanno a picchiare un uomo animati da tanta ferocia e violenza? Cosa avrà mai fatto di tanto sbagliato?'. Ho letto di Moussa, dicevano fosse un uomo sensibile e voleva studiare, imparare le lingue. In silenzio stava costruendo una nuova opportunità di vita. Perché prendersela con una persona così fragile? Tre contro uno. Non riesco a trovare le risposte. Moussa sognava di essere libero. Si è voluto liberare della vita, una vita che lo aveva sbattuto con le spalle al muro. Nell’immagine Moussa finalmente sorride libero”.

Moussa in poche ore è passato da vittima, e quindi protetto dallo Stato, a persona da allontanare dal territorio. La causa è da ricercare nella stortura del nostro sistema che all’esito della politica di respingimento targata Salvini e Lega non è riuscito a ridefinire la gestione del fenomeno migratorio. In questa illustrazione, però sono lontane le polemiche e le beghe di partito, ma il messaggio arriva forte e chiaro. "È l’elemento più importante, spiega Federico. L’arte deve comunicare, contenere messaggi e contenuti, arrivare al cuore della gente, i messaggi circondano la nostra vita, sta a noi coglierli. Scovarli, siamo bombardati di messaggi, di segni. Lo Stato siamo noi, nelle scelte che facciamo ogni giorno, nelle azioni, nelle frasi che scriviamo, nelle parole che usiamo”.

Moussa Balde, però è morto. È morto da solo in una camera del centro di rimpatrio che per lui significa ritornare dall’inferno da cui proveniva. In tanti ora vorrebbero tendergli la mano, abbracciarlo, tenerlo con sé, ma adesso è troppo tardi. Abbiamo chiesto a Federico cosa gli direbbe, se ne avesse la possibilità . “Gli direi che ci sono tante persone buone e gentili in Italia. Che non riconosco miei simili chi si scaglia con qualcuno usando la violenza. Gli chiederei scusa per tutte quelle botte a nome di tutta la gente gentile, che non ha paura della diversità e crede nel valore dell’altro. Poi magari davanti un bicchiere di vino, gli chiederei di raccontarmi la sua storia ed io gli racconterei la mia”.

Adesso Moussa rivive anche grazie all’arte, anche grazie alle illustrazioni dell'artista Federico e certamente quando verrà pubblicata riuscirà a scuotere le coscienze di molti così come hanno fatto le tante vignette pubblicate in questi anni. Si possono vedere tutte sulla pagina Facebook 'Antonio Federico Art', ma anche all’interno del libro, nato proprio da questa pagina, ‘L’umanità cercata ed illustrata', Santelli editore.

Federico ha infatti, raccolto le illustrazioni più condivise, quelle che hanno testimoniato vari fatti ed episodi, non solo di cronaca, e dedicate a chi ha lasciato un segno, un emozione, un’ ispirazione artistica. Abbracciano tanti temi; temi che fanno riflettere sul senso della vita, che narrano e scandiscono notizie e fatti di cronaca che hanno scosso l'Italia. L'autore infatti, affronta attraverso il disegno, tematiche e fenomeni come il bullismo, la diversità e l'amore raccontando storie di persone comuni e non comuni che emozionano e che sottolineano il profondo desiderio della vita. All'interno del libro sono inoltre raccolte alcune esperienze vissute in prima persona, elementi chiave per capirne oggi la crescita umana ed artistica. 

Angela Panzera

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