"Nel 2010, appena assunto l’incarico di direttore Relazioni Istituzionali e Internazionali della Rai, andai a Ginevra per l’incontro delle radiotelevisioni europee. Al mio arrivo scoprii che la Rai da 13 anni aveva abbandonato l'Eurovision..."
Inizia così il racconto di Marco Simeon, l'imprenditore di Sanremo, all'indomani della vittoria dei Måneskin all'Eurovision Song Contest. Il premio non tornava in Italia da ben 31 anni, quando lo vinse Toto Cutugno con “Insieme:1992".
In merito agli anni in Rai, Simeon ricorda: "L'Eurovision, il concorso che fondò RAI nel 1956 insieme a Inghilterra, Francia, Spagna e Germania, e che nacque sulla scia del Festival di Sanremo, a cui l’Europa guardava con grande interesse. Compresi subito che si trattava di una grande opportunità per dare alla TV pubblica italiana un respiro internazionale, soprattutto per i giovani italiani che seguivano il concorso attraverso le TV straniere".
"La difficoltà di ottenere l’approvazione a ritornare fu indescrivibile, al punto che l’allora direttore del Palinsesto e Vice Direttore Generale della Rai mi disse “Simeon tu farai fallire l’azienda e perderai il posto se vinceremo!”. Proposi di ancorare la selezione del rappresentante italiano al vincitore di Sanremo e grazie alla direzione artistica di Lucio Presta nel 2011 portammo Gualazzi che conquistò una platea straordinaria, divenendo uno degli artisti più apprezzati di quella edizione. - conclude Simeon - Arrivammo secondi e registrammo il 6.5% di share, numeri che in questi 10 anni sono moltiplicati, segno che il Paese non guarda solo a se stesso, ma si riconosce come un protagonista europeo anche nella musica".
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