Eventi - 20 maggio 2021, 00:00

Aumentano i turisti enogastronomici: scoprono l’entroterra partendo dal mare, che rimane la destinazione preferita. Ma sono sempre più esigenti e attenti ai temi della sicurezza e della sostenibilità.

Presentata la quarta edizione del Rapporto Sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021, curato da Roberta Garibaldi, presidente dell'Associazione Turismo Enogastronomico.

Il 2020 è stato sicuramente un anno terribile per il turismo, un settore tra i più colpiti dalla pandemia. Il 2021 dovrebbe essere l’anno della ripartenza e della ripresa dell’economia. Non un ritorno alla situazione precedente all’emergenza sanitaria, ma una ripresa all’insegna di innovazione e sviluppo di una nuova progettualità. il turismo enogastronomico è quello che è riuscito a reggere meglio all’impatto di Covid 19, anzi è riuscito a crescere.

“Se nel 2016 – spiega Roberta Garibaldi presentando la quarta edizione del rapporto - soltanto il 21% degli intervistati aveva svolto almeno un viaggio di questo tipo, nel 2018 la quota era del 30% e nel 2019 del 45%, mentre l’anno scorso è arrivata al 55%”.

E il trend continuerà a crescere anche nel 2021 perché sono in aumento i turisti che scelgono le loro mete in base alla ricerca di esperienze enogastronomiche nuove, di sostenibilità e rispetto dell’ambiente anche a tavola, si preferisce le passeggiate a piedi o in bicicletta ai viaggi in macchina, la vendemmia e la raccolta delle olive diventano esperienze da vivere a stretto contatto con la natura. E per il 2021 per gli italiani si prevede un‘estate all’insegna di vacanze all’aria aperta ed alla scoperta di borghi incantevoli e paesaggi da favola il tutto condito dalla ricerca del buon bere e del buon mangiare.

I turisti enogastronomici sono sempre di più, scoprono l’entroterra partendo dal mare, che rimane la destinazione preferita. Sono sempre più consapevoli, attivi, esigenti, innovativi e attenti ai temi della sicurezza e della sostenibilità. La maturità acquisita pone i viaggiatori del gusto al centro di uno scenario di sviluppo più equilibrato dei territori e ne fa le sentinelle di un turismo virtuoso, che contribuisce alla tutela delle risorse locali e del paesaggio, che destagionalizza e crea nuovi equilibri tra urbano e rurale.

“La crescita del fenomeno enogastronomico è costante – aggiunge Roberta Garibaldi – e l’impatto della crisi innescata dal Covid pesa sul numero di esperienze fruite che diminuiscono in media del 27% rispetto 2019 e sul potere di spesa (il 31% afferma di aver destinato un budget inferiore rispetto al 2019, mentre il 27% dispone di maggiori risorse). Se la pandemia ha frenato la possibilità di vivere esperienze, la globalità dei dati ci mostra una crescente attenzione al tema enogastronomico e anche un nuovo profilo del turista”.

Nel 2020, i turisti italiani hanno riscoperto l’Italia con una voglia di approfondire la conoscenza del patrimonio di sapori territoriali. Le località di mare sono diventate la porta di accesso per partecipare a esperienze enogastronomiche memorabili nell’entroterra (53% dei turisti enogastronomici) e la voglia di vivere all’aria aperta ha spinto i viaggiatori alla ricerca di sistemazioni come agriturismi (l’86% ha intenzione di alloggiarvi) e relais di campagna (59%), con una ricerca di soluzioni innovative, tra cui spiccano alberghi a tema cibo-vino (56%), glamping (29%) e case sugli alberi (32%). Interessante il dato secondo cui l’80% degli intervistati si aspetta una prima colazione a base dei prodotti del luogo.

 Tra le regioni italiane, svetta la Sicilia come meta enogastronomica più desiderata seguita dall’Emilia-Romagna, dalla Campania e a seguire da Puglia e Toscana. La città preferita dai turisti enogastronomici italiani è Napoli, che precede Bologna, seguita da Palermo per gli italiani in generale e da Roma per i turisti enogastronomici.

Per quanto riguarda, invece, i Paesi stranieri la migliore destinazione dal punto di vista enogastronomico è risultata la Spagna, seguita dalla Francia e poi dalla Grecia. Come città, Parigi si guadagna la prima posizione davanti alle città spagnole di Barcellona e Madrid.

Claudio Porchia