Il blocco delle prestazioni sanitarie dalla primavera 2020 fino al 22 giugno dello stesso anno ha provocato 36.343 prestazioni non erogate. È il conto fatto da Asl1 di quanto è costata in termini di assistenza la battaglia al covid riferito alla sola prima ondata, senza calcolare la seconda in autunno e la terza della scorsa primavera, che hanno preceduto il raggiungimento di una quasi normalità grazie alla campagna vaccinale, che comunque sta impegnando risorse umane, per forza di cose sottratte alle prestazioni mediche e ambulatoriali.
A farne le spese inevitabilmente sono i cittadini che lamentano i ritardi e in alcuni casi l'impossibilità di prenotare visite mediche. Nel corso dei mesi in tanti ci hanno scritto per segnalare le difficoltà nel prenotare in provincia di Imperia una risonanza magnetica o come capitato nei giorni scorsi a una nostra lettrice, che ha provato invano a prendere appuntamento per dei raggi, o chi non è riuscito a prenotare in tempi brevi una visita dermatologica o diabetologica, dovendo per forza di cose ricorrere alla sanità privata, o spostarsi a Genova e Savona per ottenere una visita gratuita.
L'Asl sul tema interviene con una risposta alle domande poste dal nostro giornale.
“I tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali – scrive l'azienda - sono sottoposti al monitoraggio Ministeriale previsto dal Piano Nazionale per il Governo delle Liste di Attesa. È bene ricordare che nell’anno 2020 i tempi di attesa sono stati stravolti dall’Emergenza covid19 che ha colpito a livello nazionale tutte le attività assistenziali causando il dirottamento di molte risorse sanitarie sulla gestione della pandemia. In particolare si ricorda che il Commissario Straordinario di A.Li.Sa., Dr. Walter Locatelli, nel marzo 2020 dispose 'il blocco delle prenotazioni cup fino a data da destinarsi'”.
“Tale blocco – continua l'Asl - è perdurato sino al 22 giugno 2020 ed ha determinato l’accumulo di 36343 prestazioni non erogate che si è dovuto procedere a recuperare impegnando i servizi erogatori per tutta la seconda metà dell’anno, anche in relazione alle aumentate tempistiche delle prestazioni per le prevenzione del contagio. Nell’autunno 2020 si è quindi progressivamente sviluppata la seconda ondata pandemica covid19 che ha impattato su risorse umane sanitarie già duramente provate, con numeri che, come è internazionalmente noto, sono stati ancora maggiori della prima. Il primo quadrimestre del 2021 è stato caratterizzato dalla seconda pesante ondata covid19 che, insieme alla impegnativa campagna vaccinale ancora in corso, ha assorbito e assorbe elevate risorse ed energie umane. Ciò nonostante l'ultima rilevazione ministeriale sulle prestazioni oggetto di monitoraggio nazionale evidenzia risultati vicini agli obiettivi assegnati: 88,32% di prestazioni garantite nella priorità 'B' (ossia prestazione da eseguirsi entro 10 giorni) e 88,49% di prestazioni garantite nella priorità 'D' (ossia prestazione da eseguirsi entro 30 giorni per le prime visite ed entro 60 giorni per le prestazioni strumentali). È chiaro che l'azienda è al lavoro per abbattere maggiormente i tempi di attesa ed eventuali disagi per l'utenza”.
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