“Si dice, che le sconfitte sono sempre orfane e le vittorie hanno molti padri. La firma tra lo Stato italiano e quello monegasco per regolamentare il telelavoro, come vuol si dimostrare, ha molti padri. Ma per noi va bene così. L’importante aver raggiunto un obbiettivo importante per i lavoratori frontalieri che operano nel Principato di Monaco”.
Interviene in questo modo lo sportello dei frontalieri della Cgil, dopo che lunedì scorso il Ministro del Lavoro e delle politiche Sociali On. Andrea Orlando ed il Primo Ministro Monegasco Pierre Dartout, hanno firmato un accordo bilaterale sull’emendamento alla convenzione sociale tra il Principato di Monaco e la Repubblica Italiana, relativo all’introduzione del telelavoro per i lavoratori residenti in uno dei due Paesi firmatari.
“Questo importante accordo per i nostri frontalieri – prosegue la Cgil - è il coronamento di un pressing costante e continuo delle organizzazioni sindacali nei confronti delle nostre Istituzioni. Un ringraziamento va inoltre, al Consigliere Regionale del PD Enrico Ioculano, che ha svolto un importante e stressante ruolo di raccordo tra i lavoratori, i sindacati ed il Governo. Come da noi sempre preconizzato questo accordo tra i due Stati, è molto importante per tutti i nostri frontalieri ma, dobbiamo intenderlo come l’inizio di una nuova era lavorativa con grosso opportunità ocuupazionali, che tutti noi (Amministrazioni locali, Istituzioni Nazionali, lavoratori e sindacati), dobbiamo saper cogliere senza indugio”.
Un dato significativo ed eclatante su cui riflettere, è il numero degli occupati nel Principato, che sono poco più di 51.000, di cui solo 8,8% sono frontalieri e poco più del 79% lavoratori residenti in Francia: “Il divario è veramente impietoso – dice la Cgil – e ciò vuol significare, la nostra incapacità di adattare al meglio i sistemi di istruzione e formazione professionale ai bisogni del mondo del lavoro, in un contesto moderno ed in continua trasformazione. Questo accordo bilaterale, deve agire come volano prioritario, per recuperare quel gap formativo adattando al meglio i sistemi di istruzione professionale ai bisogni dell’economia e del mercato del lavoro del Principato”.
“Questa (se sapremo coglierla) – termina lo sportello Cgil - è un’opportunità di sviluppo per tutta la nostra Provincia, che le Istituzioni devono senza indugio affrontare ed agevolare, se non vogliamo continuare ad essere marginali ed irrilevanti, ed arrestare quel declino socio/economico, che molti indicatori preconizzano, se non si interviene tempestivamente”.