Una ripartenza lenta, complice il meteo che oggi non regala una tipica giornata primaverile a Imperia, dove per tutta la mattinata si sono viste nubi e vento che lasceranno spazio alla pioggia in serata.
La zona gialla nell'imperiese parte con l'handicap, ma non solo per il clima. Come in tutta Italia, ristoranti e bar possono aprire solo all'aperto, costringendo molte attività, in Liguria circa il 40 per cento, a rimanere chiuse.
Tra chi ha aperto i sentimenti sono contrastanti, c'è chi è entusiasta e chi meno.
“La stiamo vivendo in maniera molto positiva. - commenta Ezio Reitano, titolare del ristorante 'Il Melograno' - speriamo soltanto che capiscano che le chiusure sono alle 10 sono restrittive, anche perché si concentrerebb la gente e andremmo in contrasto con il discorso assembramento. Se allungano il periodo di sosta per le persone si possono dilazionare e fare più turni, danto a tutti la possibilità di sedersi e mangiare comodi con i distanziamenti, invece di essere ammassati. Noi siamo fortunati perché abbiamo un dehor molto grande, siamo in un posto molto bello, il clima ci aiuta, però penso anche a tanti altri miei colleghi che purtroppo non hanno la mia stessa fortuna, e quindi bisogna cercaere di mettere in condizione tutti quanti di ripartire, lavorare e stare più sereni”.
C'è chi ha annunciato che nonostante la mancanza del dehor, da giugno riaprirà anche a cena.
“Giustamente i conti devono farli con le loro tasche, se non ce n'è devono trovare qualche maniera per sostenersi, se è quello che sanno fare è giusto che siano messi in condizione di poterlo fare, questo è l'aiuto principale, mettere in condizione la gente che possa ripartire, lavorare e sopravvivere, perché lavorare è un parolone”.
“Se non altro un pochino di libertà in più – spiega Monica Tondelli, titolare del bar 11 – ma c'è la possibilità di servire solo all'aperto e il vento a momenti porta via anche noi, verrà a piovere. La gente dove si mette? È un disastro, capisco le misure di prevenzione, come ho già detto tante volte, però non si lavora bene”.
“Non possiamo aprire a cena al chiuso – continua – ma fino alle 22 è consentito servire fuori, anche se non è previsto un meteo favorevole. Per chi non ha il dehor è un disastro, mi metto nei loro panni, scalpitiamo tutti per ripartire sennò si muore tutti di fame, questa è la verità perché i pochi ristori che arrivano fanno ridere. Abbiamo tutti bisogno di lavorare in una certa maniera, così è una riapertura decisamente lenta e sottotono”.