Attualità - 26 aprile 2021, 17:57

Bordighera: bar e ristoranti riaprono al pubblico, Berlusconi (Confcommercio) “Siamo contenti, ma bisogna rivedere le regole”

I commercianti sono pronti a ripartire con il desiderio che dall’alto le regole vengano riviste

Le immagini dai dehors di Bordighera

La Liguria ritorna in giallo. Cambiano le regole per tutti, compresi bar e ristoranti che finalmente rivedono la possibilità di riapertura a pranzo e a cena secondo il decreto, e l’opportunità di accogliere clienti nei dehors. Distanziamento a un metro, norme di sicurezza e un sentimento di soddisfazione accompagnato da un pizzico di timore che vuole scongiurare l’ipotesi di una nuova chiusura a causa di un potenziale aumento dei contagi. 

A Bordighera i commercianti sono pronti a ripartire con il desiderio che dall’alto le regole vengano riviste. Ai nostri microfoni Gianluca Berlusconi (Confcommercio) esprime il pensiero della categoria: “I commercianti sono contenti e si spera che questo sia l’inizio del percorso verso la libertà totale. Fuori dubbio un po’ di apprensione per i casi precedenti di apertura e chiusura. Il timore è che i positivi aumentino, che possa formarsi qualche nuovo cluster, per poi chiudere di nuovo in velocità. Speriamo non avvenga, i casi sono in discesa e penso si possa scongiurare questa eventualità”.

Berlusconi prosegue spiegando l’appello che Confcommercio ha fatto a livello nazionale affinché il regolamento sia rivisto: “Sul fatto di riscrivere le regole siamo tutti d’accordo, anche noi come Confcommercio abbiamo fatto un appello nazionale che vada presso gli organi preposti per riscrivere le regole, a distanza di un anno siamo ancora con il Dpcm del 2020. Auspichiamo dunque un nuovo regolamento, allo stesso tempo siamo soddisfatti, i gestori e ristoratori non vedono l’ora di ripartire ed è un sentimento riscontrabile anche nelle altre persone, infatti ci sono già tante prenotazioni”.

Tra i punti che si richiede modificare anche quello della chiusura alle 22 prevista fino a luglio: “Il discorso della chiusura alle 22 sembra un po’ anacronistico, non è pensabile di arrivare a luglio con i ristoranti chiusi a quell’ora. Vuol dire limitare fortemente il turismo interno. È difficile per un operatore del settore organizzarsi in questo modo. Per il resto  non possiamo essere che contenti”.

Rivedere le attività aperte, anche se parzialmente, fa un certo effetto. La speranza è quella di un cammino verso la normalità che sia il più breve possibile senza passi falsi.

Diego Lombardi