Nell’articolo di domenica scorsa abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulla bellezza del nostro piccolo angolo di mare, sui ‘tesori’ che si trovano sui suoi fondali, proponendovi delle foto che documentavano la sua bellezza, sulla sua incredibile biodiversità continuo oggetto di studio. Purtroppo tutta questa meraviglia corre seriamente il rischio di sparire o quanto meno di venire irrimediabilmente compromessa, anche a causa del nostro stile di vita.
Il mar Mediterraneo è un bacino d'acqua quasi chiuso nel quale le correnti fanno arrivare sulle coste l'80% dei rifiuti in plastica con il risultato che ogni giorno sui litorali si riversano 5 chili di plastica. E questo i volontari della nostra associazione lo constatano ogni volta che vanno a ripulire qualche spiaggia, ma chiunque vi passeggi può verificare anche solo con gli occhi. Le immagini mostrano solo una piccola parte dei rifiuti che si sono riversati sulle nostre spiagge ad ottobre. Non c'era solo tanto legname: quell'impressionante distesa di alberi sradicati che ognuno di noi ha visto e continua a vedere sulle spiagge di Sanremo, Riva Ligure, Santo Stefano, Ventimiglia e in generale su tutta la nostra costa, nascondeva una quantità di plastica che ci ha impressionati. Durante le nostre operazioni di pulizia, che abbiamo effettuato a più riprese nei giorni seguenti all'ondata di maltempo, ci siamo imbattuti in ogni tipo di oggetto di uso quotidiano, qualsiasi oggetto che si può trovare nelle nostre case. E il mare ha restituito tutto ciò che fiumi e torrenti esondati, hanno trovato durante la loro folle corsa a valle. Il nostro gruppo tra ottobre e novembre, con l'aiuto di Amaie Energia, ha raccolto qualcosa come 50 metri cubi di ‘rumenta’. Purtroppo non tutta, soprattutto perché ogni giorno sulle nostre spiagge, come scritto sopra, ogni onda che lambisce il bagnasciuga, si lascia dietro ciò che noi ci portiamo a casa quando andiamo a fare la spesa e che, per diversi motivi, viene disperso nell'ambiente. Fatalmente finisce nelle nostre acque. Quelle stesse acque nelle quali vivono le meravigliose creature che abbiamo visto nelle foto di Pasqua.
Ovviamente non è un problema di semplice soluzione senza il coinvolgimento di tutti gli attori: ricerca, industria, politica ma anche solo la consapevolezza dei cittadini può essere un passo decisivo per invertire e frenare questa caduta verso un disastro inevitabile. Noi, comuni cittadini, non siamo del tutto impotenti di fronte a questo e lo dimostra la tipologia dei rifiuti che I Deplasticati raccattano durante le loro pulizie e che sono responsabili dello scempio scellerato che subisce il nostro mare. Ciascuno di noi è in grado di tamponare questa emorragia di plastica che sta uccidendo i mari e le coste di tutto il pianeta. Limitiamoci al nostro angolo di territorio, alla nostra provincia, alla nostra città, alla nostra casa, alla nostra dispensa, ai nostri ripostigli. Tutto comincia dal carrello della spesa: mentre siamo in coda alla cassa del supermercato o del negozio che vende prodotti per la pulizia, anche personale, osserviamolo e facciamoci una domanda: quanta plastica sto per portarmi in casa? La risposta sarà sempre: troppa. Ma solo se avremo fatto i nostri acquisti senza consapevolezza ovvero senza pensare a delle alternative. Che ci sono e saranno sempre di più, dal momento che anche gli stessi supermercati, ma anche i piccoli negozi, stanno proponendo ai consumatori prodotti sfusi o con imballaggi biodegradabili.
Vediamo alcuni prodotti di uso comune o alcuni accorgimenti che aiutino il nostro sacco giallo a diventare sempre più magro, partendo con un passo decisivo: l'acquisto di una borraccia. Non ha alcun senso comprare a caro prezzo bottigliette d'acqua, spesso da mezzo litro, quando possiamo benissimo riempire una borraccia (ne esistono anche da borsetta) con acqua del rubinetto (che vi ricordo essere assolutamente sicura) prima di andare in ufficio, o a fare un giro in bicicletta, a fare una corsa. Anche i bambini che vanno a scuola (quando ci riescono...) sarebbe bene fossero dotati di una borraccia in alternativa alla bottiglietta d'acqua.
Ma torniamo al nostro carrello della spesa.
Le uova: scegliete sempre quelle confezionate nel cartone;
La pasta: ne esistono diverse marche confezionate nel cartone o in sacchettini compostabili;
Il riso: spesso è possibile acquistarlo con una confezione di stoffa;
Frutta e verdura: perché portarsela a casa dentro un imballaggio di plastica quando possiamo acquistarla sfusa?
Gelati: vi sono grandi marche che usano contenitori biodegradabili
Pellicola per alimenti: lasciatela sullo scaffale e proteggete i vostri cibi con dei contenitori riciclati (vasetti, vaschette di gelato) o con recipienti in vetro a chiusura ermetica;
Mollette per il bucato: privilegiate quelle in legno. Quelle di plastica, soprattutto in estate, con il calore e i raggi del sole tendono a "cuocersi" e a sbriciolarsi;
Vasi per piante: per quelli in plastica vale lo stesso discorso delle mollette...usate quelli in terracotta o riciclate quelli che già avete;
Spugnette per piatti/sanitari: esistono quelle senza fibre di plastica, realizzate solo con cellulosa e cotone;
Candeggina: dei suoi bottiglioni indistruttibili son piene le spiagge: comprate quella in pasticche ma, se potete, limitatene comunque l'utilizzo;
Detergenti per la casa: sono ormai molti i negozi che li vendono sfusi allo stesso prezzo, a volte anche più conveniente e di qualità ottima;
Detersivi piatti e lavatrice: idem come sopra;
Se nel vostro luogo di lavoro c'è un distributore di bevande, potrete evitare di usare i bicchierini e le palette in dotazione, portandovi da casa la vostra tazza e il vostro cucchiaino.
La plastica è presente anche in ciò che indossiamo: i capi di abbigliamento in puro cotone o altre fibre naturali, diventano sempre più difficili da reperire. Per evitare che le fibre di plastica finiscano in mare durante un lavaggio in lavatrice, usate la centrifuga con un basso numero di giri.
Ricordate inoltre che ‘l’usa e getta’ è vittima di un grande paradosso, ovvero è costituito di materiale concepito per durare quanto più possibile. Se finisce in mare, non ne scomparirà mai ma si frammenterà in pezzi sempre più piccoli con le conseguenze che ognuno di noi può immaginare...ovvero ce lo ritroveremo nello stomaco alla prima abbuffata di pesce.
È importante inoltre ricordare che solo una percentuale ahinoi troppo bassa della plastica che usiamo viene riciclata, ma di questo parleremo in un altro articolo.
Se invece volete informazioni più dettagliate sui prodotti ‘deplasticati’ e sui punti vendita dove potete trovarli, scrivete a ideplasticati@gmail.com
Potete anche raccontarci la vostra esperienza deplasticata, a cosa avete rinunciato e con cosa avete sostituito e segnalarci nuovi prodotti iscrivendovi al gruppo Facebook I Deplasticati. Ognuno di noi può realmente fare la differenza, quella decisiva per la futura qualità di vita dei nostri figli.