"Serve un sistema alternativo per gestire l'emergenza Covid senza dover ricorrere alla chiusura delle attività", questa la richiesta indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Draghi dal sindaco di Taggia Mario Conio e con lui da un'altra decina di sindaci.
La missiva è stata condivisa e sottoscritta dai sindaci: Mariano Bianchi di Montalto Carpasio, Ezio Conio, vicesindaco di Pompeiana, Massimo Di Fazio di Triora, Valerio Ferrari di Terzorio, Giuseppe Galatà di Castellaro, Giorgio Giuffra di Riva Ligure, Matteo Orengo di Badalucco, Marcello Pallini di Santo Stefano al Mare, Manuela Sasso di Molini di Triora e Maurizio Caviglia di Ceriana.
Un documento che rappresenta una porzione importante di territorio, abitato da circa 20mila persone. L'iniziativa era stata preannunciata da Conio il 2 aprile all'emanazione della zona rossa sulla provincia di Imperia e delle conseguenti restrizioni per le attività.
Il post di Conio su Facebook nel giro di poche ore è stato condiviso da molti altri sindaci dei comuni vicini a Taggia così come dai cittadini. "La mia è stata una iniziativa prima di tutto personale che si è poi evoluta rapidamente verso una direzione corale. Ci tengo a ringraziare i sindaci che hanno condiviso da subito i temi e la necessità di intervenire. Certo, la diffusione mi ha stupito. Quel post è arrivato ad almeno 60mila persone. Si è esteso a macchia d'olio e questo è il termometro di una esigenza dei cittadini che noi come sindaci abbiamo il dovere di raccogliere" - analizza Conio.
La lettera al Governo nasce per essere un grido d'allarme del territorio. Il documento supera i confini degli schieramenti politici visto che i firmatari sono sia di centrodestra che centrosinistra. "Tutti noi abbiamo avuto la stessa sensibilità - sottolinea Conio - Noi sindaci firmatari rappresentiamo un territorio baricentrico, una realtà autonoma e coesa che unisce la costa con la montagna. Viviamo le stesse problematiche e tutti noi chiediamo un cambio di passo importante per affrontare questa crisi".
Cambio che si evince leggendo alcuni passaggi della lettera: "...Ci sono settori in grande difficoltà e le misure di sostegno messe in campo appaiono inadeguate e tardive. Siamo consapevoli che ogni scelta provochi un sacrificio, anche il più costoso e doloroso, ma crediamo anche, alla luce dei ristori assolutamente non confacenti alle necessità delle imprese danneggiate, che non si possa attendere oltre per cambiare repentinamente direzione".
E ancora: "...I cittadini non capiscono, noi non capiamo, quale sia il criterio con il quale si individuino i servizi essenziali, la logica per la quale alcune categorie siano costrette a rimanere chiuse ed altre possano invece aprire ed operare. Dopo un anno di sacrifici e di risultati incerti, è oramai chiaro a tutti che oltre alla salvaguardia della salute quale bene primario essenziale, diventa altresì essenziale la tutela di ogni attività economica".
Quindi che cosa chiedete al Presidente Draghi? "Crediamo che sia urgente implementare il piano vaccinale per poter tornare rapidamente a una maggiore vivibilità. Nell'immediato bisogna però rivedere il concetto di chiusure e la classificazione delle attività considerate necessarie. - spiega Conio - Oggi non è più comprensibile accettare la chiusura di palestre, cinema e teatri o altro. Con la corretta applicazione delle misure di contingentamento del virus tutte le attività possono riaprire. Ad esempio oggi appare poco chiaro come possano restare aperti i negozi di abbigliamento per bambini e non quelli per adulti. A un anno dall'inizio dell'emergenza Covid, servono misure che abbiano un impatto minore, visto che dovremo convivere ancora a lungo con questo virus ed è impensabile farlo con questo sistema di chiusure. In Inghilterra e negli altri Paesi si stanno muovendo verso le riaperture. Anche in Italia c'è bisogno di questo. Non si può attendere oltre e sono certo che Draghi stia già valutando una revisione in questa direzione da noi auspicata".
Proseguendo nella lettera si legge: "...Giorno dopo giorno, si susseguono richieste e petizioni di artigiani, esercenti, imprenditori ed agricoltori, sempre più disperati e confusi". "...Siamo assaliti dalla paura che presto il quotidiano bollettino con il numero dei contagiati possa essere sostituito dal quotidiano bollettino con il numero dei fallimenti. Modifichiamo le regole di contenimento, rispettando chi lavora con serietà, attenzione e cura delle regole di sicurezza".
Questo passaggio è di attualità se confrontato con le recenti proteste 'IoApro' che hanno coinvolto tante categorie imprenditoriali. L'ultima quella degli ambulanti sotto la prefettura di Imperia.
"Quanto accaduto dimostra una esasperazione giustificata dei cittadini. - commenta Conio - Tutti noi sindaci viviamo quotidianamente i tanti segnali di intolleranza e insofferenza di fronte a questa situazione. La protesta che abbiamo visto a Imperia non è scevra da oggettive ragioni. Da troppo tempo si chiede alla gente un sacrificio che oggi non è più sopportabile. L'aumentare di queste iniziative ci fa capire quanto sia indispensabile cambiare passo rapidamente".
Con l'invio di questa lettera al premier Mario Draghi che cosa sperate di ottenere? "Confidiamo almeno in una risposta. Intanto invieremo la lettera anche al sindaco Antonio Decaro, presidente di Anci, visto che esercita un ruolo fondamentale per portare le istanze al governo centrale. Come sindaci siamo l'orecchio dei nostri cittadini con questa lettera vogliamo essere anche la voce di questo profondo disagio che percepiamo sempre più forte. La nostra speranza è che analoga sensibilità venga colta anche dai sindaci dei comuni più importanti della nostra provincia" - conclude Mario Conio.