Sarà convocata a breve una nuova conferenza dei servizi alla luce della sentenza del Tar Liguria che ha accolto il ricorso presentato dalla società Aqua sull'installazione delle vasche per l'itticoltura a largo della Galeazza.
Oggi pomeriggio, proprio per discutere le strade da percorrere, tra cui, anche se al momento sembra improbabile, c'è quella del ricorso al Consiglio di Stato, in comune si è tenuto un incontro tra il sindaco Claudio Scajola, i capigruppo di maggioranza e opposizione, l'avvocato di palazzo civico Pier Mario Telmon, la segretaria comunale Rosa Puglia, il vice Manolo Crocetta e la dirigente del settore demanio Nicoletta Oreggia. La strategia sembra essere quella di attesa, e nel frattempo cercare di capire se la concessione ad Aqua, in scadenza nel 2023, potrà essere rinnovata automaticamente o meno.
“E' stato un confronto sulla sentenza del Tar che ha annullato il diniego della concessione all'acquacoltura. - ha commentato il sindaco – Adesso valuteremo cosa è opportuno fare per raggiungere l'obiettivo che l'amministrazione si è prefissa e cioè quello che non riteniamo utile questo insediamento davanti alla nostra città”.
A sollevare il caso era stata l'opposizione, in particolare il capogruppo di 'Imperia al Centro' Guido Abbo.
“La situazione sotto il profilo giuridico e amministrativo è complessa. - ha commentato Abbo – Diciamo che le amministrazioni precedenti dal momento del rilascio della concessione sono andate un po' su vie obbligate, quindi anche l'attuale amministrazione deve stare molto attenta, non può cambiare le regole del gioco mentre si sta giocando. La sentenza effettivamente ha due punti di vista diversi, perché è vero che consentirà ad Aqua di andare avanti, ma è anche vero che ha negato il risarcimento danni e questo per il comune è molto importante. Stiamo a vedere, i passi successivi saranno la convocazione della conferenza dei servizi ed eventuale ricorso al Consiglio di Stato che potrebbe essere pericoloso, quindi lo valuterà l'amministrazione. Quello che mi pare importante è anche il fatto che nel 2023 in teoria la concessione scadrebbe, non si sa ancora se la normativa consentirà una proroga automatica oppure no. Questo è forse l'elemento più rilevante, perché se alla scadenza della concessione non ci fosse la certezza del rinnovo, dubito che Aqua farebbe un investimento del genere senza un orizzonte temporale lungo, se ci fosse una proroga normativa diventerebbe più complicata”.