Nell’ultima intervista abbiamo parlato con il Direttore Generale dell’Asl 1 Imperiese, Silvio Falco, esclusivamente di pandemia Covid e campagna di vaccinazione. Oggi vogliamo tornare ad un vecchio (ma sempre attualissimo) argomento che, in chiave sanità risulta fondamentale per il futuro della nostra provincia. Stiamo ovviamente parlando dell’ospedale unico, la cui ‘unica’ certezza è al momento l’ubicazione. Una seconda sicurezza riguarda i fondi che sembrano ormai certi. Si farà a Taggia ma, al momento e anche per l’emergenza Covid, si attende ancora l’avvio della progettazione.
Al Direttore Generale abbiamo chiesto com’è la situazione attuale e quali potranno essere gli sviluppi futuri: “Come Asl non abbiamo ancora la ‘palla’ da giocare, nel senso che i dati approfonditi nelle ultime settimane vedono un piano urbanistico del Comune da modificare, in modo da identificare l’area formalmente. Sarà quindi possibile partire con la gara di progettazione e dare l’avvio operativo. Il fatto importante riguarda i finanziamenti che sono presenti su diversi fronti ma, fino a quando non abbiamo il piano urbanistico non si può partire con gli espropri dei terreni e con la gara di progettazione. Questa è, tra l’altro, molto importante perché è un ospedale da 500/600 posti letto e c’è bisogno di una progettazione di almeno un anno. Stiamo parlando di un nosocomio innovativo, che guarda ai prossimi decenni e ha bisogno di essere progettato a dovere. Io fremo ma sono in attesa anche se mi hanno dato certezza sul fatto che si stia lavorando, sia a Taggia che in Regione”.
“Un altro tema importante su cui stiamo lavorando – prosegue Falco – è quello di far partire un progetto di ‘telemedicina’ per ogni distretto socio sanitario, con una particolare sorveglianza nelle Rsa. Ritengo che il territorio debba essere più supportato in questo periodo, per far sentire alla popolazione che un ospedale ‘nuovo’ o ‘unico’, baricentrato su Taggia non sia un allontanamento, ma serve per patologie acute. La cronicità si può gestire vicino a casa e, quindi si può investire anche in quel settore”.
Uno degli argomenti di cui si parla molto è quello della situazione dell’ospedale ‘Saint Charles’ di Bordighera, per il quale c’è ancora attesa di una sua paventata privatizzazione: “Al momento è sempre gestito da noi e per fortuna che lo abbiamo, perché sono stati decentrati alcuni settori, mantenendo un livello di attività sufficiente. A fine pandemia ci occuperemo della situazione per capire cosa intenderà fare il privato. Al momento l’ospedale rimane pubblico, almeno fino a quando non liberiamo i 120 posti letto medi che sono occupati a Sanremo per l’emergenza Covid”.
Telemedicina ed elicottero per le emergenze, quindi due temi fondamentali soprattutto per chi vive più a ponente e nell’entroterra: “Non solo il mondo Intemelio e il suo entroterra ma anche le valli Arroscia e Argentina e, in generale, tutte le zone più lontane. Dobbiamo convincerci che, in questo territorio, la possibilità di avere l’elicottero ‘Grifo 1’, ci consente di essere più rapidi che con mezzi via terra. La viabilità della provincia non consente spostamenti veloci come in pianura”. E come giudica la scelta di portare una struttura di questo genere? “Io l’ho vissuto direttamente come uomo del Soccorso Alpino nelle mie valli in Piemonte e, rispetto a quanto accadeva 20/30 anni fa, tutto è cambiato. Non ho seguito le polemiche e non entro nel merito, ma l’elicottero rimane un valore aggiunto per tutto il ponente, chiunque lo gestisca”.