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Attualità | 25 marzo 2021, 07:11

Triora si propone al Ministero come centro sperimentale per la lotta al Covid: "Chiediamo solo i vaccini, al resto ci pensiamo noi"

L'idea del sindaco Massimo Di Fazio è stata presentata al sottosegretario alla sanità, Andrea Costa. "Partiamo dalla montagna per creare aree covid free e incentivare un'immagine di turismo sicuro"

Triora si è proposta come centro sperimentale per una campagna di vaccinazione nei comuni montani depressi. L'idea del sindaco Massimo Di Fazio è stata presentata al sottosegretario alla sanità, Andrea Costa. 

Nei giorni scorsi, il rappresentante del Ministero della Salute aveva scritto ai piccoli comuni dimostrando apertura verso esigenze o necessità collegate al suo incarico. Così l'amministrazione comunale del paese delle streghe ha colto l'occasione e chiesto i vaccini, circa 300 dosi, per coprire l'intera popolazione e i dipendenti comunali, in quanto ritenuti fondamentali nel loro ruolo, anche durante le emergenze, come visto nell'ultima alluvione. 

In cambio dei vaccini, il Comune si occuperebbe in toto della gestione e delle spese per la campagna di vaccinazione sul paese: dall'agenda prenotazioni, al trovare il personale sanitario necessario oltre naturalmente al luogo idoneo. Secondo il primo cittadino, con un minimo sforzo, Triora diventerebbe rapidamente un'area 'Covid free'. 

Lo stesso impegno del paese delle streghe potrebbe essere facilmente sostenuto da molte altre realtà analoghe per conformazione territoriale o sociale. Vaccinare l'intera popolazione di un borgo è più semplice e veloce, rispetto al sistema di prenotazione a fasce oggi attuato in Liguria. Quindi con una vaccinazione capillare nell'entroterra si creerebbero grandi porzioni di territorio al sicuro dal virus. 

"Sarebbe prima di tutto una dimostrazione di efficienza - sottolinea Massimo Di Fazio - e un segnale di vicinanza a tutte quelle realtà montane già definite depresse. La proposta sperimentale consiste nella creazione di una sinergia tra Ministero - Regione e piccoli comuni, per la sola fornitura dei vaccini. A quel punto dovrebbe essere l'amministrazione comunale a occuparsi di tutti gli oneri e delle risorse necessarie per l’organizzazione della campagna con un piano regolarmente e formalmente comunicato e relazionato nei suoi dati".

"In questo modo - aggiunge il sindaco di Triora - oltre alla prevenzione sanitaria, si creerebbero velocemente piccole aree protette. Pensiamo alla provincia di Imperia e ai tanti borghi, se la campagna sperimentale su Triora venisse allargata anche ad altre realtà, ci troveremmo rapidamente con grandi porzioni di territorio vaccinato. Questo apre sicuramente ad altri ragionamenti per il futuro. Grazie allo sforzo vaccinale dei piccoli comuni montani si potrebbe facilmente incentivare e promuovere un'immagine di 'turismo protetto', in aree dove il Covid è stato sconfitto, permettendo così la ripartenza di un settore economico che se non riavviato presto, porterà alla morte dei nostri centri".

"Come amministrazione comunale - conclude Massimo Di Fazio - già durante le prime fasi dell'emergenza, nel 2020, ci siamo impegnati da subito, scendendo in prima linea e con importanti sforzi economici. Abbiamo comprato e distribuito mascherine a tutta la cittadinanza, sanificato quotidianamente tutte le vie del paese, messo gel igienizzante nei luoghi pubblici. Operazioni che hanno preservato Triora dal Covid per circa un anno. Soltanto dopo l'estate abbiamo visto i primi casi, peraltro limitati a poche persone. Oggi, come un anno fa, l'amministrazione che rappresento è ancora in prima linea per la popolazione. Triora è a disposizione per una campagna di vaccinazione che parta da noi, dalla montagna e renda l'entroterra libero da questo virus". 

Stefano Michero

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