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Attualità | 22 marzo 2021, 20:48

Imperia: gli studenti dell'Istituto 'G. Marconi" venerdì scorso a lezione di stampa 3D del marmo

L'incontro, organizzato all'interno dei progetti professionalizzanti dell'Istituto, è stato tenuto dal Prof. Puleo Gian Luigi, docente presso lo stesso Istituto e membro dell'Ordine dei Chimici della Liguria

Imperia: gli studenti dell'Istituto 'G. Marconi" venerdì scorso a lezione di stampa 3D del marmo

Venerdì scorso, gli studenti dell'IIS G. Marconi di Imperia hanno assistito a un seminario pomeridiano in modalità “a distanza” sulla stampa 3D dei materiali lapidei, una tecnica sviluppata in piccola scala a livello universitario e ormai sfruttata da molte ditte del settore sul territorio nazionale.

L'incontro, organizzato all'interno dei progetti professionalizzanti dell'Istituto, è stato tenuto dal Prof. Puleo Gian Luigi, docente presso lo stesso Istituto e membro dell'Ordine dei Chimici della Liguria.

Il seminario di approfondimento ha preso in considerazione i principali momenti della produzione di un materiale lapideo stampato partendo dalle conoscenze degli studenti sull'uso dei principali software di progettazione CAD (Computer-Aided Design). Sono state affrontate le problematiche relative alla trascrizione dei progetti degli studenti nell'ambiente virtuale open-source Repetier-Host, il linguaggio di interfaccia tra il disegno digitale e la stampante 3D. Il docente ha quindi mostrato una panoramica delle principali tecniche di stampa 3D dalla deposizione di semplici filamenti di materiale plastico impregnati di polvere di roccia, alla “scrittura tridimensionale” utilizzando inchiostri a base di materiali lapidei (Direct Ink Writing, DIW) fino all'innovativa tecnica di stampa a letto di polvere (Waterjet Powder-bed Writing, WPW).

In termini semplici le classiche stampanti 3D sono macchine in grado di riprodurre un oggetto, seguendo un disegno tridimensionale, depositando un filamento di materiale che si indurisce raffreddandosi, asciugandosi o reagendo al suo interno. Fino a poco tempo fa l'unico modo per ottenere oggetti in materiale simil-lapideo consisteva nell'utilizzo di filamenti per stampa 3D miscelati con polvere lapidea; il prodotto finale veniva eventualmente trattato ad alta temperatura in forno per eliminare le tracce polimeriche. Questa metodologia era molto semplice ma durante la cottura gli oggetti perdevano spesso la forma desiderata e restavano inquinati da polvere di carbonio. L'introduzione degli inchiostri a base di materiali lapidei autoindurenti (DIW) ha superato questo problema, fornendo materiali molto simili ai marmi commerciali. Infine, la tecnica a letto di polvere (WPW), dove un getto di acqua indurisce selettivamente una polvere lapidea reattiva, ha consentito la stampa 3D di molti marmi commerciali con grande precisione e la produzione di oggetti di dimensioni ragguardevoli, utilizzabili nell'edilizia e nell'arredamento. La WPW, in particolare, è stata studiata nell'ottica della transizione ecologica dell'industria moderna, perchè è basata sul recupero degli scarti della lavorazione della pietra di taglio tradizionale ed automatizzato. La polvere lapidea reattiva viene, infatti, ottenuta miscelando la polvere di marmo con un legante di origine naturale (derivante dalla calce accesa) e tutto il materiale non indurito può essere riutilizzato in una prospettiva di riciclo produttivo a basso impatto ambientale.

L'incontro è stato accolto con molto interesse dagli studenti del Marconi, spesso appassionati di stampa 3D e dediti allo studio di questa tecnologia nel corso tecnico meccatronico. L'Istituto di Istruzione Superiore, impegnato nell'indirizzare la passione per la tecnologia dei ragazzi a un sicuro futuro lavorativo, ha inaugurato nel 2019 il laboratorio di progettazione meccatronica con l'installazione di due stampanti 3D a filamento e si occupa di insegnare ai ragazzi le basi indispensabili della progettazione assistita dal calcolatore degli oggetti prodotti in materiali differenti. Il secondo incontro sulla stampa 3D dei materiali lapidei è stato pensato con lo scopo di mostrare, oltre alla dimensione didattica, la spinta innovativa di questa tecnica, la sua applicazione al campo artigianale e la dimensione della ricerca come motore dell'innovazione tecnologica sostenibile.

C.S.

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