“Da queste parti la figura imponente del Presidente Toti si vede poco, a parte quando c’è da partecipare a qualche prestigiosa premiazione o in occasioni che siano in grado di richiamare una grande interesse mediatico. A telecamere e taccuini schierati entra in scena la sua vera grande capacità: fare promesse!”
Sono queste le dure parole che introducono l’intervento del Partito Democratico della provincia di Imperia, che attacca il Governatore della Regione, in particolare sull’acquisto ed il rilancio della sede del Polo Universitario di Imperia e sull’acquisto del deposito di Riviera Trasporti in corso Cavallotti a Sanremo.
“La prima promessa – prosegue il PD imperiese - si trascina e reitera ormai da diversi anni: impegni solenni, ferme rassicurazioni ma il destino del Polo Universitario rimane sempre incerto. L’assessore Marco Scajola, plenipotenziario del Presidente qui nell’estremo ponente, oltre a non muovere foglia sulla vicenda non profferisce neanche verbo a parte, ovviamente, lanciare ogni volta la palla in tribuna. I discepoli più convinti del cosiddetto ‘modello Genova’, alla prova dei fatti diventano i campioni del non decidere e del rimandare”.
“Stessa procedura – insiste il PD - quella adottata per la seconda grande promessa; l’acquisto del deposito RT: in questo caso c’è pure l’aggravante della estrema faccia tosta. Dieci giorni dieci, prima delle ultime elezioni regionali il presidente Toti, alla presenza del Sindaco Biancheri, ha dato per certo l’acquisto, una mera formalità da sistemare una volta rieletto alla guida della Regione, azzardando addirittura la fatidica data per la firma dell’atto. La questione è stata parcheggiata sulle scrivanie della Filse e lì sta tranquillamente svernando assieme a tante altre, nonostante le sollecitazioni ed interrogazioni del consigliere regionale Enrico Ioculano, a tutt’oggi prive di riscontro”.
“Anche qui colpisce il silenzio assordante dell’altro uomo simbolo della squadra ponentina di Toti – termina il PD imperiese - l’Assessore ai trasporti Gianni Berrino il quale, ultimamente, forse si vergogna di come vengono bistrattati Sanremo e dintorni. Ci tornano alla memoria i tempi di quando i due giovani campioni del centrodestra locale ricorrevano sdegnati alla metafora di ‘Genova matrigna’.”