Includere gli imprenditori artigiani tra i lavoratori edili che possono accedere al pensionamento anticipato previsto per le attività usuranti: è la sollecitazione espressa dal Presidente Nazionale di CNA Costruzioni Enzo Ponzio intervenuto ieri all’audizione in Commissione lavoro della Camera sulla proposta di legge in tema di accesso anticipato al pensionamento per i lavoratori delle imprese edili e affini.
I vertici di CNA Costruzioni apprezzano l’inserimento delle lavorazioni edili tra le attività usuranti previste dal Decreto legislativo 67/2011, con conseguente diritto per i lavoratori del settore all’accesso al trattamento pensionistico anticipato.
Lo stesso diritto – sottolineano – va riconosciuto all’artigiano edile il quale, nonostante sia titolare dell’impresa, partecipa in prima persona e direttamente al processo produttivo e alle attività del cantiere ed è quindi esposto, al pari degli altri lavoratori, ai numerosi fattori di rischio che motivano la caratteristica di ‘lavoro usurante’.
CNA Costruzioni suggerisce, infatti, quali requisiti per l’accesso anticipato al pensionamento dei lavoratori edili, la riduzione dell’anzianità contributiva minima a 30 anni (di lavoro effettivo in edilizia) e una età anagrafica modulabile in funzione dell’anzianità contributiva: anzianità contributiva di 30 anni con età minima anagrafica di 61,7 anni. A partire da questi requisiti, ogni 4 anni di contribuzione aggiuntiva propongono di ridurre l’età minima anagrafica: con anzianità contributiva di 34 anni, età minima anagrafica di 60 anni; con anzianità contributiva di 38 anni, età minima anagrafica di 59 anni.
Secondo i rappresentanti dell’unione dell’edilizia, inoltre, nella proposta di legge oggetto dell’audizione va fatto riferimento a tutti i contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle Organizzazioni datoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale e dalle Organizzazioni nazionali dei Sindacati.
I vertici di CNA Costruzioni, per sostenere il pensionamento anticipato dei lavoratori edili dipendenti delle imprese che applicano uno dei contratti nazionali dell’edilizia e beneficiano del Fondo Prepensionamenti istituito dalle parti sociali del settore e gestito dal sistema delle Casse Edili/Edil Casse, chiedono che le Casse Edili/Edil Casse siano legittimate a versare, per nome e per conto dei lavoratori interessati e su loro delega, la contribuzione volontaria utile per raggiungere il requisito pensionistico.