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Attualità | 06 marzo 2021, 12:01

Sanremo: in piazza la protesta per riaprire le scuole, ma come mai non esistono controlli per evitare assembramenti al pomeriggio? (Foto e Video)

I genitori, nel corso della manifestazione, hanno confermato di non considerare la scuola un ‘parcheggio’, ma un’istituzione in cui credono, insieme agli insegnanti.

Sanremo: in piazza la protesta per riaprire le scuole, ma come mai non esistono controlli per evitare assembramenti al pomeriggio? (Foto e Video)

Almeno 250 i partecipanti, tra genitori e bambini, questa mattina in piazza Colombo a Sanremo per chiedere a una sola voce che la scuola non sia sempre e solo ‘prima’ nel chiudere, ma finalmente ‘prioritaria’.

Molti gli slogan proposti dai bambini, che hanno disegnato i cartelli nei quali chiedono di poter tornare a scuola, farlo in sicurezza. Da ‘Io speriamo che me la cavo’, ‘La scuola a distanza non è abbastanza’ e molto altro. I genitori, nel corso della manifestazione, hanno confermato di non considerare la scuola un ‘parcheggio’, ma un’istituzione in cui credono, insieme agli insegnanti.

“La didattica a distanza – ci ha detto una rappresentante delle mamme, Micol Tosello - è uno scolorito palliativo che crea piccoli videoterminalisti in lotta coi programmi didattici da onorare. La didattica è confronto, presenza, rispetto delle regole, non solo nozionistica. Crediamo fermamente che, per come le scuole si sono organizzate per aprire in presenza a settembre, gli istituti scolastici siano rispettosi dei protocolli. In molte zone ‘rosse’ i sindaci si sono attivati con screening sulla popolazione scolastica (ci sono test pediatrici appositi, meno invasivi ma ugualmente affidabili) e riteniamo che decidere di vaccinare subito i docenti, in quanto lavoratori sociali, sarebbe un bel modo per dimostrare che la Scuola è davvero importante. Non solo a parole. Lo dicono gli psicologi, ma i genitori lo vivono sulla pelle da un anno. La scuola è un bene prezioso, un microcosmo non riproducibile a casa. Non basta avere PC, connessioni veloci e ‘fortunati’ genitori che possono usufruire di smart-working. I congedi parentali sono congelati. Piccoli tasselli che creano un desolante mosaico”.

Il problema vero è però che le scuole dovrebbero essere giustamente riaperte, ma perché esiste la contraddizione tra la mancata apertura delle scuole, che sono comunque sicure, e quanto invece accade all’esterno nei pomeriggi? “Stiamo combattendo anche noi su questo e – ci ha risposto – i nostri figli non possono andare a scuola ma, andare a cercare i cantanti questa settimana, fare sport e andare nei centri commerciali. Come genitori, è vero, abbiamo una parte di responsabilità non avendo controllato i figli fuori dalla scuola, che rimane il posto più sicuro tra distanziamento e uso delle mascherine. I più piccoli si sono dimostrati i più ligi alle regole ma dobbiamo anche sottolineare come gli adolescenti abbiano bisogno di socialità con un maggiore controllo. Devono però tornare a scuola, perché è l’unico sistema per controllarli anche di più ed evitare di non sottostare alle regole al di fuori”.

“Ogni classe di ogni ordine e grado – hanno detto nel corso della manifestazione - sta presentando crescente dispersione scolastica. Il carico educativo si poggia in gran parte sui familiari, inadeguati anche solo per mancanza di tempo. Nel frattempo crescono sedentarietà, disturbo del sonno, apatia, cattivo rapporto con alimentazione e la tecnologia. Penalizzati, una volta di più, i minori con disagio. Di qualunque specie: dal disagio socio economico (per i motivi intuibili) alle difficoltà di apprendimento (ad esempio con disturbi visu-spaziali o disfunzioni esecutive), ADHD (costretti ore davanti a un PC) o ragazzi con difficoltà più importanti, che con la DaD, semplicemente, regrediscono. Le strategie e le tecniche per l'apprendimento dei contenuti funzionano, ma la scuola è davvero tutt’altra cosa. Vogliamo insegnare ai nostri ragazzi che il virus non è tutta la vita, ma solo una fase. Che va affrontata con grande responsabilità da ogni cittadino. Anche da loro. Che il loro diritto/dovere allo studio in sicurezza è possibile qui come in altre città dove le Istituzioni si sono impiegate con serietà e tenacia non solo a monitorare positivi nelle scuole, come accade qui. Noi adulti abbiamo un’enorme responsabilità. Screening sugli studenti, tamponi pediatrici, vaccini prioritari ai docenti. Li chiedono genitori e studenti, che non sono i novelli untori di manzoniana memoria”.

Carlo Alessi

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