Domani alle 11, in piazza Colombo a Sanremo, molti genitori saranno presenti con i loro figli (con assoluta attenzione alla distanza e al rispetto delle norme di tutela della salute) per chiedere a una sola voce che la scuola non sia sempre e solo ‘prima’ nel chiudere, ma finalmente ‘prioritaria’.
“Per noi genitori – scrivono gli organizzatori - i nostri ragazzi sono questo, una priorità. La scuola per noi non è un parcheggio, ma un’istituzione in cui, insieme agli insegnanti, crediamo. La didattica a distanza è uno scolorito palliativo che crea piccoli videoterminalisti in lotta coi programmi didattici da onorare. La didattica è confronto, presenza, rispetto delle regole, non solo nozionistica. Crediamo fermamente che, per come le scuole si sono organizzate per aprire in presenza a settembre, gli istituti scolastici siano rispettosi dei protocolli. In molte zone ‘rosse’ i sindaci si sono attivati con screening sulla popolazione scolastica (ci sono test pediatrici appositi, meno invasivi ma ugualmente affidabili) e riteniamo che decidere di vaccinare subito i docenti, in quanto lavoratori sociali, sarebbe un bel modo per dimostrare che la Scuola è davvero importante. Non solo a parole. Lo dicono gli psicologi, ma i genitori lo vivono sulla pelle da un anno. La scuola è un bene prezioso, un microcosmo non riproducibile a casa. Non basta avere PC, connessioni veloci e ‘fortunati’ genitori che possono usufruire di smart-working. I congedi parentali sono congelati. Piccoli tasselli che creano un desolante mosaico”.
“Ogni classe di ogni ordine e grado – proseguono - sta presentando crescente dispersione scolastica. Il carico educativo si poggia in gran parte sui familiari, inadeguati anche solo per mancanza di tempo. Nel frattempo crescono sedentarietà, disturbo del sonno, apatia, cattivo rapporto con alimentazione e la tecnologia. Penalizzati, una volta di più, i minori con disagio. Di qualunque specie: dal disagio socio economico (per i motivi intuibili) alle difficoltà di apprendimento (ad esempio con disturbi visu-spaziali o disfunzioni esecutive), ADHD (costretti ore davanti a un PC) o ragazzi con difficoltà più importanti, che con la DaD, semplicemente, regrediscono. Le strategie e le tecniche per l'apprendimento dei contenuti funzionano, ma la scuola è davvero tutt’altra cosa. Vogliamo insegnare ai nostri ragazzi che il virus non è tutta la vita, ma solo una fase. Che va affrontata con grande responsabilità da ogni cittadino. Anche da loro. Che il loro diritto/dovere allo studio in sicurezza è possibile qui come in altre città dove le Istituzioni si sono impiegate con serietà e tenacia non solo a monitorare positivi nelle scuole, come accade qui. Noi adulti abbiamo un’enorme responsabilità. Screening sugli studenti, tamponi pediatrici, vaccini prioritari ai docenti. Li chiedono genitori e studenti, che non sono i novelli untori di manzoniana memoria”.