Attualità - 05 marzo 2021, 10:48

"Chi dovrebbe avere il mondo in mano, oggi ha solo uno smartphone", l'accorata lettera di una studentessa sanremese

A segnalare lo sfogo della liceale Sara è il gruppo delle 'Seimila Sardine Ponentine'

“La pandemia da Covid-19 sta provocando non solo disoccupazione e crisi economica, ma una grande povertà educativa tra i bambini e i giovani, le cui conseguenze saranno ancora più difficili da contrastare. Non siamo in condizioni di capire se è meglio tenere le scuole chiuse o chiedere di riaprirle e manifestare come farà il Comitato Priorità alla Scuola”. Ad intervenire sull’argomento tanto discusso in questi giorni è il movimento delle ‘Sardine Ponentine’.
“Intanto a Casto – raccontano -, piccolo paese in provincia di Brescia, martedì scorso sono arrivati i carabinieri nella scuola media che dovrebbe essere chiusa perché in zona arancione rafforzato come la nostra zona. È accaduto anche questo. Quando i carabinieri hanno chiesto al preside quale fosse la situazione, a scuola erano presenti una quindicina di studenti alcuni affetti da disabilità, come permettono le norme, ma una decina solo perché con la Dad non partecipavano attivamente. I dieci studenti sono stati quindi fatti tornare a casa con i genitori, segnalati al Tribunale dei minori, perché avrebbero dovuto sorvegliare i figli.

Stanchezza, incertezza, grande preoccupazione, un dilagante aumento dell’abbandono scolastico. Stiamo vivendo evidentemente un epocale disagio educativo. Per questi motivi ci sentiamo solo di dare voce ai veri protagonisti della scuola, riportando una lettera pervenutaci da una ragazza, studentessa al V° anno di un liceo sanremese:

‘Sono Sara, studentessa liceale di Sanremo; non ho grandi doti. Ho paura del futuro… e sono arrabbiata, perché mi sono stati negati gli anni migliori della mia vita. Sono in quinta liceo e mi sento ancora piccola, sento che il mondo non mi appartiene, ma se nulla mi appartiene, perché dovrai faticare per il nulla. Allora decido di prendere la mia vita un po’ come mi viene, senza grandi sogni, senza grandi principi. Facendo scivolare tutto, decidendo solo la strada che mi permetti di guadagnare.

Cosa serve la scuola?

Questa è la domanda. La scuola, è un posto dove i ragazzi sono i veri protagonisti della vita. I ragazzi vengono accolti in ogni loro problema, vengono capiti, vengono accompagnati, vengono istruiti. Il suo fine è quello di educare ragazzi di partecipare attivamente al mondo. Poiché nel momento in cui il singolo ragazzo si sente partecipe di una collettività, quest’ultimo si sentirà in dovere di prendersene cura. Ma nel momento in cui il ragazzo viene isolato, allontanato, questo rimarrà bambino, non si preoccuperà mai di quello che succede intorno a lui. Anzi cresce arrogante, perché nel momento in cui non si sente accettato, cerca in qualsiasi modo di prendersi un posto nella società.

Qual è il problema dei ragazzi di oggi?

La scuola. La scuola è diventata per i ragazzi un luogo freddo, privo di passioni, anche se pregno di nozioni. I ragazzi non imparano a vivere, imparano come gli altri hanno vissuto. Imparando un mondo che non è loro, non se ne interessano. I ragazzi vengono caricati di nozioni, come dei magazzini il loro unico scopo è quello di essere riempiti.

È così. Chi dovrebbe avere il mondo in mano, oggi ha solo uno smartphone’.

Redazione