"Ma chi ha detto che le residenze per anziani devono essere gestite da aziende private, svendendo quelle pubbliche?". Questo è l'interrogativo che si pongono Carlo Olivari del Partito della Rifondazione Comunista, Davide Fassola della rete 'Sanremo Solidale', Lino Serafini di 'Sanremo Insieme' e Pino Pannuti di 'Sinistra Italiana'.
In una nota stampa gli esponenti dei movimenti sostengono che "quando si avvia un percorso di privatizzazione e di esternalizzazione, di appalto di un servizio gestito da un ente pubblico si creano immediatamente problemi occupazionali, peggioramento delle condizioni di lavoro per i dipendenti che rimangono, demansionamento, abbassamento dei salari e stipendi, aumento degli appalti esterni per mansioni poco professionali, aumentano i lavoro malpagati e precari che portano anche a considerare il lavoro con le persone (nel caso delle Rsa) come se fossero cose, oggetti. E i casi di maltrattamento sono la punta più estrema".
"È a partire da queste considerazioni che abbiamo criticato e denunciato la decisione del comune di Sanremo di privatizzare Casa Serena, proseguono, Rsa di proprietà del Comune, per fare cassa, e ormai siamo alla firma. Cosi chi è dipendente comunale operante nella RSA, e non accetta di passare sotto privati con passaggio a un contratto privato, viene emarginato, con la possibilità di essere licenziato. L’attuale servizio, già in gran parte in appalto da anni sarà ancora più scadente, il privato non fa beneficenza e ci vuole guadagnare, con tariffe per accedervi in costante aumento. Dovremo continuare a lottare contro questa scelta dell’attuale Giunta comunale avallata dal consiglio comunale, anche in relazione al fatto che nel Comune di Sanremo in questi ultimi tempi sono cresciute moltissimo le Rsa private, e dobbiamo anche stigmatizzare il rifiuto da parte del Comune di accettare la proposta del Giudice del Lavoro che chiedeva di spostare di almeno un anno la decisione di avviare la privatizzazione di Casa Serena (dopo due gare andate deserte-con una richiesta iniziale di 12 milioni di euro-ora c’è un pretendente già in contatto con il Comune per concordare una cifra ,che si dice, attorno ai 4 milioni ,ben 1/3 di quanto richiesto), in modo da poter agevolare la ricollocazione in Comune o in un vicino ente pubblico quei dipendenti del Comune in servizio a Casa Serena che non intendono passare ad una gestione privata della Rsa".
"Rimaniamo convinti che le RSA, sottolineano partiti e movimenti, come lo siamo per la sanità, che il lavoro di cura e assistenza alle persone anziane sole e non autosufficienti debba essere gestito solo da strutture pubbliche, con tariffe che tengano conto del reale reddito degli assistiti. È una lotta che abbiamo intrapreso e che vogliamo continuare".