È arrivata al termine, ed è stata presentata questa mattina nella sede della Spes, la raccolta firme proposta dall’Associazione “Alternativa Intemelia” e Anpi Ventimiglia, Albintimilium, Associazione XXV Aprile, Partito Democratico, Spes Auser, Caritas intemelia, Ecovillaggio di Torri, Popoli in Arte, Scuola di Pace, Sinistra Italiana e Diaconia Valdese per la riapertura di un nuovo centro di transito migranti. Si conta un totale di circa 1.300 firme raccolte.
La lunghissima la lista distesa sul tavolo è la testimonianza di quanto molti cittadini ventimigliesi, ai quali era riservata la petizione, abbiano a cuore il problema indipendentemente dal loro schieramento politico. Le associazioni, unite, sottolineano quanto sia necessario e di vitale importanza un nuovo centro sul suolo della città di confine che non può, come fermamente sostengono, sottrarsi da tale problematica che interessa soprattuto Ventimiglia, punto di snodo e vero ultimo 'ostacolo' per i flussi migratori.
Stefano Palmero di “Alternativa Intemelia” sostiene: “È andata meglio del previsto, inizialmente ci aspettavamo 500 firme al massimo. Questo è un segnale contro l’indifferenza su ciò che accade quotidianamente. I maggiori controlli non funzionano, serve una soluzione pratica. Abbiamo riscontrato pareri positivi non solo dai gruppi di centro sinistra. Il sindaco di Ventimiglia non può fare a meno di prendersi le proprie responsabilità per i suoi cittadini. Non possiamo più aspettare davanti a ciò che accade, le soluzioni vanno cercate nazionalmente e internazionalmente, ma a livello locale bisogna intervenire. Gli atti di scasso a cui abbiamo assistito ultimamente sono frutto della disperazione da parte di persone che vanno aiutate”.
Jacopo Colomba altro esponente dell’associazione aggiunge: “È un discorso di razionalità e sicurezza che a volte da rima con umanità. Abbiamo realizzato apposta questa petizione “escludente” per soli residenti e abbiamo notato che persone di ogni schieramento si rende conto del problema. Queste persone in difficoltà vanno aiutate, vediamo che in preda alla disperazione sono facilmente manovrabili anche dalle organizzazioni criminali. È necessario un intervento sul territorio. Ora i flussi migratori provenienti anche dalla zona balcanica sono azzerati, fermi a causa del freddo ma presto riprenderanno quando sarà possibile varcare il confine con la Bosnia. Bisogna avete soluzioni senza aspettare di essere sempre in piena emergenza. Non spetta noi decidere dove sarà il centro, l’importante è che sia funzionale, sul modello del ex campo Roya, e tendenzialmente ad accesso libero. Gestire la promiscuità degli ambienti”.
Poi il Luciano Codarri storico fondatore di “Spes” fa appello all'amministrazione: “Andremo incontro a un abbassamento delle temperature. Faccio un appello immediato al sindaco, intervenire sulle sale ferrovie che sono aperte e abbiamo tanti locali che possono offrire rifugio a chi è senza dimora. La vita delle persone vale più di tutto il resto. La soluzione i tempi lunghi è quella proposta dall’associazione e siamo convinti che il buon senso della gente darà questo tipo dir risposta. Tutto il resto è solo un discorso politico. Non si possono fermare queste persone che cercano di andare altrove, la strada si deve percorrere la strada già imboccata. Una parte di responsabilità è anche dell’Europa che deve svegliarsi. Attualmente stiamo vivendo una situazione pesante per tutti, le forze politiche devono guardare al di là del loro naso, non bisogna tergiversare ancora, in primavera il problema aumenterà”.
Sarà ora presentata una mozione in consiglio comunale che ricalcherà quanto richiesto. Si chiederà al sindaco di farsi portavoce a tutti i livelli per aprire una centro di transito a Ventimiglia. Le associazioni si rivolgeranno anche al Prefetto e Questore.