Attualità - 13 febbraio 2021, 10:38

San Valentino: il Vescovo Suetta benedirà i fidanzati al Santuario della Costa di Sanremo. Esposte le reliquie del protettore degli innamorati

In aiuto di chi ha intrapreso un cammino d’amore, di chi sta per creare una famiglia ma nel quotidiano è “frastornato” da una società sempre più in crisi spirituale, è intervenuto il Vescovo Antonio Suetta

Monsignor Antonio Suetta

 

Cosa vuol dire amare? E’ ancora possibile oggi parlare di amore fedele e indissolubile? Domande non facili. In aiuto di chi ha intrapreso un cammino d’amore, di chi sta per creare una famiglia ma nel quotidiano è “frastornato” da una società sempre più in crisi spirituale, è intervenuto il Vescovo Antonio Suetta. E lo ha fatto con una lettera aperta, spedita ai fidanzati della Diocesi.

Inoltre benedirà le coppie durante la Messa per la festa di S. Valentino, che si celebrerà a Sanremo presso il Santuario di Nostra Signora della Costa, il 14 febbraio, alle ore 10 e 30.

Grazie al rettore del Santuario, Don Giuseppe Puglisi, durante la cerimonia si avrà la gioia di accogliere le reliquie del protettore degli innamorati, esposte per la preghiera dei fedeli.

Perchè l’iniziativa di parlare ai fidanzati?

"Ho voluto scrivere questa lettera - spiega Suetta - in quanto il 19 marzo papa Francesco inaugurerà l’Anno 'Famiglia Amoris Laetitia', a cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica che ha redatto in occasione del Sinodo della famiglia nel 2016".

Si preannuncia quindi un anno di riflessione e approfondimento. Attraverso le indicazioni pastorali il Papa ha toccato tre diversi ambiti: le famiglie costituite, perchè vivano convenientemente la missione e la vocazione; la preparazione al matrimonio sia remoto che immediato; le famiglie ferite o in difficoltà che vivono la separazione. Proprio per il secondo ambito ho voluto sensibilizzare coloro che sono in procinto di sposarsi, ad adeguare la loro preparazione non solo con incontri ma a vivere il fidanzamento come tempo spirituale di particolare grazia”.

Ma cosa vuol dire amare?

"Non c’è parola più abusata ed equivoca, - scrive Suetta - che molto spesso oggi è intrecciata a tante altre parole che ne sono, di fatto, la negazione. Non è raro riconoscere, dietro la parola 'amore', suoi sintomi o surrogati: scambiamo l’amore con il piacere, con lo star bene, con la tranquillità".

E’ anche colpa del periodo che stiamo vivendo?

“L’esperienza di questo tempo - prosegue Suetta - dice che l’amore nasce dall’idealizzazione della persona amata, di cui ci si innamora per una qualche alchimia, ma poi il tempo produce disincanto e tramuta l’ardore in un affetto privo di passione.

Di fronte a tale prospettiva, voglio dirvi con rinnovata convinzione che l’amore vero, grande, per sempre, che il cuore umano reclama, è realmente possibile! A tale scopo la Chiesa vi chiede di fondare la vostra unione nell’amore di Dio, perché l’esigenza di un amore vero ha senso e può essere adempiuta solo nella fede.

L’amore ha bisogno della fede! La fede è capace di sostenere l’amore di fronte alla sfida dell’abitudine, per tenere vivo lo stupore dell’incontro.

Amare presuppone la capacità di vedere ciò che gli altri non possono scorgere in chi ci sta accanto.

D’altra parte, il rischio più grande di ogni rapporto umano è quello di ridurre l’altro a ciò che io ho deciso che l’altro sia. Educarsi a guardare oltre le apparenze vuol dire anche non perdere di vista il fatto che l’altro, l’amato o l’amata, non può mai essere ridotto a quello che io voglio che sia. L’altro è un mistero e il fondamento di questa sua irriducibile originalità è il disegno stesso di Dio" .

La Diocesi offre un aiuto alle coppie in difficoltà?

"A tale scopo, - conclude nella lettera Suetta - la nostra Diocesi è lieta di offrire alcuni percorsi di accompagnamento all’amore, differenziati in base alle circostanze e alla situazione che ciascuna coppia vive".

Un itinerario specifico è rivolto anche a coloro che hanno dato vita a esperienze di convivenza o di Matrimonio soltanto civile, con o senza figli.


C.S.