Problemi dettati dal Covid, danni dell’alluvione e fenomeno migratorio. Questi gli argomenti principali affrontati dal Sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, per analizzare il 2020 che sta per terminare. Un anno che, per la città di confine, si è rivelato disastroso in particolare ad ottobre, quando la furia del Roya, ha portato fango e distruzione.
“Mettiamoci alle spalle questo 2020 perché quasi tutto poteva capitarci è capitato e Ventimiglia ha pagato un prezzo altissimo”. Lo ha detto il Sindaco Gaetano Scullino, facendo il bilancio dell’anno che sta terminando. “Stiamo pagando un prezzo altissimo e, oltre a quanto hanno vissuto tutti con il Covid, noi abbiamo dovuto aggiungere anche l’alluvione. Con la tempesta ‘Alex’ abbiamo 50 milioni di danno, solo per la parte pubblica: la passerella caduta, il depuratore inservibile, la rete fognaria da rifare, l’acquedotto in difficoltà, i pozzi su cui stiamo lavorando, il teatro comunale inagibile e molto altro. A due mesi dal disastro possiamo dire di aver fatto la nostra parte, ma con l’aiuto di ventimigliesi e non per spalare il fango, ristoratori che hanno offerto da mangiare e altro. Continueremo a fare la nostra parte per riprendere il lavoro iniziato dopo le elezioni. Abbiamo perso quasi un anno ed ora, con la possibilità che arrivino soldini per le somme urgenze, ci dà un po’ di fiducia in più. Per questo ringrazio i nostri deputati che si sono dati da fare per darci una mano”.
Il fenomeno migratorio è sempre tra i più dibattuti e, negli ultimi giorni, è stata anche portata alla luce una petizione dalle associazioni del territorio, per far tornare in città un campo di accoglienza per profughi. “Non ho visto ancora la petizione – ha detto Scullino - ma c’è la consapevolezza che i migranti continuano ad arrivare nella nostra città che rimane di frontiera e, quindi, fa da trampolino al resto d’Europa. Tengo a sottolineare che, il ‘Campo Roya’ ha dimostrato che non ha mai funzionato per quello che doveva essere per la città. Infatti, nonostante all’interno fossero ospitate centinaia di persone, il centro era comunque invasa. Come ha detto giustamente il Prefetto, era diventato un albergo con i migranti che rimanevano all’interno per anni. Dovrei firmare a breve un nuovo accordo di programma con il Ministero degli Interni per il quale si sta interessando il Prefetto Michele Di Bari, per allestire un centro di identificazione ma non a Ventimiglia. Sicuramente serve una certa organizzazione per il fenomeno migratorio, anche per evitare transiti che portino rischi sul contagio da Covid-19. Si tratta comunque di un problema europeo che, come tale deve essere risolto e voglio nuovamente ricordare che, solo nel 2020, ci sono stati restituiti 20mila migranti dalla Francia. Io sono d’accordo a dar loro una mano, ma questi non sono aiuti veri e propri. Come Italia siamo la ‘frontiera d’Europa ma, fa vivere questa povera gente così non è certo umano, visto che dormono ovunque e all’aperto, con temperature non certo agevoli. Facciamo questo centro di identificazione e transito ma non a Ventimiglia”.