Attualità - 22 dicembre 2020, 11:58

La 'Società della Cura' consegna il Dono di Natale alla Provincia di Imperia (Foto)

“Rivolgiamo l’attenzione all’ambiente e alla fragilità del territorio che diventa fragilità delle persone e delle città”

Cittadine, cittadini e associazioni riuniti nella Società della Cura, dopo la mobilitazione in più di 50 piazze del Paese avvenuta lo scorso 21 novembre, oggi consegnano un “Dono di Natale” alle Istituzioni nazionali e locali del Paese, un documento contenente le proposte condivise per uscire da subito dall'emergenza individuando 175 miliardi disponibili subito.
A livello locale, questa  mattina è stato consegnato presso la Provincia ad Imperia il “Dono di Natale” con un allegato riguardante una priorità territoriale.

Mentre l'emergenza sanitaria prosegue, la crisi economica e sociale, all’interno di una crisi ecologica globale, rende ancora più profonde le diseguaglianze sociali, culturali e di genere e getta nella povertà fasce sempre più estese di popolazione: agli ultimi, ai precari e ai disoccupati si aggiungono i lavoratori delle piccole attività e non solo - dichiarano dalla Società della Cura - la situazione richiede misure immediate che sono individuate a sostegno delle persone, proponendo l’estensione degli aiuti economici e di reddito di cittadinanza, e a sostegno delle piccole attività, prevedendo ristori alle piccole imprese agricole, commerciali e artigianali. Richiede inoltre investimenti immediati sui servizi pubblici essenziali, come la sanità, la scuola, i trasporti pubblici, le politiche sociali. Le risorse ci sono e sarebbero sufficienti per rispondere all'emergenza, attraverso l’introduzione di una tassa straordinaria sulla ricchezza patrimoniale, sui portafogli finanziari e sulle transazioni, una drastica riduzione delle spese militari, l’abrogazione dei sussidi ambientalmente dannosi e l’utilizzo di prestiti a tasso zero attraverso Cassa Depositi e Prestiti che gestisce 265 miliardi di risparmi postali conferiti da 22 milioni di cittadini”.

A livello locale, calati in una emergenza climatica drammaticamente vicina ad un punto di non ritorno, rivolgiamo l’attenzione all’ambiente e alla fragilità del territorio che diventa fragilità delle persone e delle città - concludono dalla Società - bisogna tornare a guardare al territorio innanzitutto per quello che è e non per quello che potrebbe diventare o produrre, mettere in sicurezza il dissesto idrogeologico, arrestare il consumo di suolo ed incentivare concretamente le filiere per una economia circolare basata su cicli bioecologici e relazionali. Insomma, bisogna uscire dall'economia del profitto e costruire un altro modello sociale, partendo dal paradigma del prendersi cura di sé, dell'altr*, del vivente, del pianeta e delle future generazioni”.

C.S.