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Attualità | 14 dicembre 2020, 16:27

Progetto Ad Vitam nell'entroterra della provincia di Imperia, "Accrescere la resilienza del territorio"

"Speriamo davvero che questo progetto passa essere solo l’inizio di un percorso che veda ancora tecnici, amministratori e cittadini uniti per la salvaguardia del territorio".

Progetto Ad Vitam nell'entroterra della provincia di Imperia, "Accrescere la resilienza del territorio"

Si concluderà con la fine dell’anno il progetto europeo Interreg Alcotra 2014-2020 Ad Vitam (Analisi della Vulnerabilità dei Territori Alpini Mediterranei ai rischi naturali), che ha permesso di migliorare e accrescere la resilienza dei territori transfrontalieri ALCOTRA. Tra i partner liguri che hanno partecipato: Arpal, UNIGE e l’Unione dei Comuni delle Valli Argentina e Armea (UCVAA), in convenzione anche con alcuni comuni dell’Alta Valle Arroscia (Mendatica, Armo e Aquila D’Arroscia). 

“Il progetto - ci tiene a sottolineare il Presidente dell’Unione e sindaco di Triora Massimo Di Fazio - ha avuto come scopo principale quello di accrescere la resilienza, cioè la capacità di adattamento e di risposta delle nostre comunità dinanzi ai rischi di natura geologica, sia grazie allo sviluppo di sofisticati sistemi previsionali, sia grazie alla messa in opera di strumenti mediante i quali migliorare la comprensione della relazione fra eventi meteorologici avversi e il grado d’innesco dei movimenti franosi".

"Non bisogna dimenticare - prosegue il Presidente dell’Unione - che il progetto ha inteso migliorare anche la percezione del rischio nelle nostre comunità, partendo soprattutto dai più piccoli, dalle scuole. Sono stati infatti coinvolti gli studenti delle scuole primarie e secondarie del vasto comprensorio imperiese (Sanremo, Arma di Taggia, Bussana, Ceriana, Pieve di Teco, Pornassio, Rezzo, Aquila d’Arroscia, Mendatica e Ranzo), informandoli sul tema del rischio geologico e delle relative misure di autoprotezione grazie a una serie di lezioni frontali e di interessanti uscite didattiche finalizzate alla scoperta di un territorio stupendo, ma estremamente vulnerabile”.

"In realtà - continua Piero Pelassa, sindaco del Comune di Mendatica - il progetto prevedeva anche una serie di incontri destinati specificamente agli amministratori e ai tecnici comunali che, purtroppo, sono stati annullati o ridotti a causa della pandemia. Per fortuna, però, siamo riusciti a organizzare almeno due incontri che hanno permesso ai tecnici incaricati di progetto di presentare i risultati della fase di raccolta dei dati storici relativi agli eventi alluvionali precedenti al progetto e illustrare le indagini eseguite in situ, i risultati ottenuti ad oggi e le prospettive per il futuro. Agli incontri hanno partecipato anche i responsabili delle Protezioni Civili, che hanno preso parte attivamente alla riuscita di questo importante progetto”. 

“Sebbene il progetto sia in fase di conclusione - ci tiene a precisare Laura Muraglia responsabile di progetto per ARPAL - sul sito di progetto (www.interreg-alcotra.eu), sul sito dell’Unione (www.unioneargentinaarmea.it) e sul sito di Arpal (www.arpal.liguria.it) sarà possibile consultare i numerosi documenti che sono stati realizzati in doppia lingua e che resteranno a disposizione di tecnici e cittadini. Si tratta di data base, immagini, video tecnici contenenti le presentazioni realizzate dai singoli esperti e referenti di progetto ma, anche, di brochure, volantini e video emozionali che ricordano quanto sia importante conoscere il proprio territorio per salvaguardare se stessi e i propri cari".

"I rischi di natura geologica e, con essi, i danni derivanti dai movimenti franosi che da decenni ormai colpiscono l’entroterra ligure - conclude Gianfranco Frontero, responsabile unico di progetto per le attività in capo all’Unione delle Valli Argentina e Armea - sono diventati una triste realtà con la quale si torna a fare i conti specialmente ogni volta che gli eventi piovosi superano le attese, riversando enormi quantitativi di acqua in poche ore".

"Ecco il perché dell’importanza di questo progetto, degli studi realizzati dai geologi e dei modelli previsionali proposti dagli ingegneri e, infine, del parallelo coinvolgimento, a diversi livelli, di amministratori, tecnici e popolazione, sia attraverso strumenti e nuove tecnologie, sia attraverso la comunicazione e l’informazione. Speriamo davvero che questo progetto passa essere solo l’inizio di un percorso che veda ancora tecnici, amministratori e cittadini uniti per la salvaguardia del territorio, per le future generazioni e per se stessi". 

C.S.

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