La costruzione di un ponte tibetano potrebbe essere una soluzione temporanea per rompere l’isolamento di Meosu, tra Taggia e Badalucco. La prospettiva ha fatto capolino nel consiglio comunale tabiese con la discussione sulla mozione presentata dal consigliere comunale di minoranza Roberto Orengo.
La problematica è nota: nella notte dell’alluvione, tra il 2 e il 3 ottobre, il torrente ha portato via l’unico collegamento con questa zona prettamente agricola dove sono presenti campagne, aziende ma anche abitazioni. Infatti, ci sono due persone, residenti nella località, che da due mesi non possono fare ritorno a casa. I Comuni di Taggia e Badalucco puntano sulla costruzione di una nuova viabilità, come abbiamo anticipato pochi giorni fa (LINK), passando da Fraitusa, ma potrebbe volerci molto tempo.
“Quello di Meosu, non è un ponte per mettere in comunicazione solo due parti, al di là del torrente ci sono campagne, aziende agricole ma anche dei residenti - sottolinea Orengo -. Mi sembrava giusto, visto che sono passati due mesi che si debbano considerare delle possibilità per ripristinare questo ponte. L’unico rammarico è che queste persone possano accedere dall’altra parte solo attraverso un qualcosa che si sono costruiti loro, non sicuro. Ci sono in particolare due persone che non possono raggiungere la loro casa da due mesi. Per quale motivo non si va nella direzione di ripristinare il ponte?”.
Il riferimento è una passerella, utilizzata per guadare il torrente in un punto basso. Sulla questione però, sia l’assessore ai lavori pubblici, Espedito Longobardi che il sindaco Mario Conio, sono stati categorici. “Le conseguenze che stanno vivendo queste famiglie sono ben chiare a questa amministrazione. Non è pensabile mettere a repentaglio l’incolumità realizzando opere in contrasto con le norme. Oggi è impossibile pensare di realizzare quindi un guado. - puntualizza Longobardi - Ripristinare un ponte avrebbe costi elevati e tempi lunghi non compatibili con le esigenze delle famiglie: un ponte di 90 metri che richiederebbe almeno 2 anni di tempo. Con la strada, invece, razionalizziamo tempi e costi”.
“Il ponte non è più realizzabile nella posizione in cui si trovava dove non c’è alcun rispetto delle norme attuali di piano di bacino - rimarca il primo cittadino -. C’è stato un assenso di massima del Genio militare però la posa richiederebbe una serie di operazioni da fare in alveo che il piano di bacino non permette, come la posa delle pile di sostegno. Non rispetta quindi la normativa di sicurezza idraulica. In più, sarebbero costi non sostenibili. Si parla di cifre che vanno da 1 milione e mezzo a 3 milioni di euro. La strada è una sola, ovvero seguire la strada che stiamo percorrendo e per la quale abbiamo già dato incarico”.
Secondo Longobardi, il tracciato della nuova viabilità passando da Fraitusa, darebbe vita a una strada di circa 500 metri di lunghezza, larga circa 3 metri e con una pendenza del tracciato di circa il 15%. Di diverso parere Orengo, favorevole, invece, alla collocazione di un ponte Bailey (l’ipotesi per cui era stato richiesto il sopralluogo del Genio Militare ndr) da usare in via provvisoria. Sulla questione il sindaco ha ribadito l’impossibilità ad ottenere le autorizzazioni necessarie al posizionamento.
Il primo cittadino ha quindi parlato di un ponte tibetano, esclusivamente pedonale che potrebbe essere quindi l’unica soluzione realizzabile in attesa che venga fatta la nuova strada. La proposta era stata rigettata in un primo momento dagli abitanti di Meosu, nella speranza che l’esercito potesse costruire un ponte alternativo. Ora che questa ipotesi è stata scartata, per le istituzioni, la via pedonale da una sponda all’altra, appare come l’unica percorribile e solo per tamponare una situazione oggettivamente drammatica.
La fine dell’isolamento di località Meosu si giocherà su due campi, quello dei tempi e dei costi per la realizzazione della nuova strada. Potrebbe volerci almeno 1 anno, dall’affidamento dei lavori. Il costo dell'intervento è importante e sarà sostenuto principalmente da entrambi i comuni. Il prossimo passaggio sarà proprio un accordo di programma che le amministrazioni comunali di Taggia e Badalucco, dovranno sottoscrivere per definire la ripartizione delle spese e la road map dell’intervento.