Nessuna eccezione: divieto di spostamento dai confini regionali anche se la propria regione è gialla. Questa la linea che attualmente sta prevalendo nel Governo in vista del prossimo Dpcm che entrerà in vigore venerdì 4 dicembre e conterrà le nuove restrizioni volte a limitare la diffusione dei contagi da covid-19. Tanti sono ancora i nodi da sciogliere, ma a Natale ci saranno ulteriori prescrizioni per evitare che si creino le condizioni della 'terza ondata'.
Anche se l’intero Paese si appresta a diventare tutto zona gialla l’indirizzo dell’Esecutivo è quello di blindare i confini regionali dal 20 dicembre fino a dopo l’Epifania. L’ala più intransigente di Governo e comitato tecnico scientifico vorrebbe fino al 15 gennaio. Il rientro è permesso solo per i residenti ed inoltre, non si potranno raggiungere le seconde case se queste si trovano in una regione diversa da quella dove si risiede. L’intento è quello di prevenire l’esodo da Nord a Sud o viceversa in vista delle festività. Sembra decaduta infatti, anche l’ipotesi di consentire i ricongiungimenti tra parenti di primo grado. Si discute ancora se consentire in via eccezionale gli spostamenti extraregionali ai figli e ai nipoti di genitori e nonni che vivono da soli e se basta essere domiciliati. Sul tema del ricongiungimento il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha espresso la linea prevalente nell’Esecutivo e ai governatori ha detto: “evitiamo di scrivere norme oggetto poi delle più svariate interpretazioni”.
L’inizio del coprifuoco resta alle 22 e si ipotizza un’ulteriore misura restrittiva per il giorno di Natale, per il 26 dicembre e il 1 gennaio ossia che non si potrà uscire dal proprio comune di residenza anche se la propria regione è in zona gialla.
Sfuma anche qualsiasi opzione per l’apertura degli impianti sciistici come richiesto a gran voce dai governatori delle regioni del Nord. Chi possiede la seconda casa in montagna potrà andare solo se si trova nella stessa regione di residenza. Difficile anche ipotizzare di sciare all’estero. Impianti chiusi anche in Francia e Germania. Restano aperti invece, in Austria e Svizzera ed infatti, il Governo ipotizza l’introduzione della quarantena di 10 giorni per chi rientra da queste nazioni. Confronto aperto anche per i rientri da altri paesi; si sta decidendo se 'basta' effettuare un tampone rapido o è meglio imporre la quarantena.
Sul fronte del commercio sta prevalendo l’opzione della chiusura alle 21 per i negozi mentre i centri commerciali potranno rimanere aperti il fine settimana e nei giorni festivi prima del 20 dicembre. Quest’ultimi dovranno restare chiusi invece durante le festività. Per i ristoranti rimane la chiusura obbligatoria alle 18 e dopo quest’orario saranno consentite soltanto la vendita d’asporto -con divieto di consumare cibo e bevande nelle vicinanze del locale- e la consegna a domicilio. Resta da chiarire un punto fondamentale per la ripresa dell’economia del settore ossia quello relativo alla chiusura dei locali durante i principali giorni festivi. Pare infatti, che i ristoranti possano restare aperti il giorno di Natale, Santo Stefano e forse anche a Capodanno. Una soluzione che, oltre a dare respiro alle casse dell’attività, eviterebbe i pranzi con un numero alto di commensali all’interno delle case favorendo invece gli incontri in luoghi dove sono in vigore i protocolli anti-contagio.