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Attualità | 13 novembre 2020, 12:28

Ventimiglia: venerdì 'triste' per il mercato ambulante, nessun francese e 50% di banchi in meno

C’è preoccupazione, ovviamente, tra gli ambulanti della zona: sia per la situazione attuale che per quella che si rischia nelle prossime settimane, in virtù della possibile decisione del Governo di passare direttamente ad un lockdown per almeno 15 giorni.

Ventimiglia: venerdì 'triste' per il mercato ambulante, nessun francese e 50% di banchi in meno

Anche oggi è un venerdì ‘triste’ per il mercato di Ventimiglia. Pochi clienti, assenza totale di francesi e molti ambulanti che hanno deciso di disertare l’appuntamento.

E’ di circa il 50% il calo delle presenze al mercato frontaliero, solitamente affollato e con buoni affari per clienti e commercianti, in particolare durante l’estate. Il mercato di Ventimiglia è uno dei fulcri del commercio della città di confine. Attira migliaia di francesi che, da tutta la Costa Azzurra e oltre, superano il confine, per comprare sulle bancarelle ma anche per approfittare della giornata, pranzare nei locali ventimigliesi e, perché no, anche nelle altre cittadine rivierasche limitrofe.

Oggi, come già venerdì scorso, il mercato non può accogliere i francesi, bloccati dal parziale lockdown imposto dal governo transalpino. Qualcuno, a dir la verità, riesce a passare (probabilmente con autocertificazioni coerenti) e poi a fare qualche acquisto, ma sono davvero pochi quelli che si sono visti, sia a Ventimiglia che a Sanremo (il martedì e sabato).

Già ieri a Bordighera il mercato (QUI) era poco frequentato e oggi a Ventimiglia sembra di essere tornati a febbraio-marzo quando, di lì a poco, è scattato il confinamento anche in Italia. C’è preoccupazione, ovviamente, tra gli ambulanti della zona: sia per la situazione attuale che per quella che si rischia nelle prossime settimane, in virtù della possibile decisione del Governo di passare direttamente ad un lockdown per almeno 15 giorni.

E, mentre ai commercianti stanno arrivando i ‘ristori’, gli ambulanti combattono con una crisi ‘indotta’ dal Covid-19 senza avere al momento nessun aiuto governativo. Forse, effettivamente, sarebbe forse meglio chiudere tutto e fermarsi ma c’è anche chi, vendendo quel poco ai clienti locali, tenta di andare avanti.

Carlo Alessi

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