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Attualità | 09 novembre 2020, 07:14

Banda ultra larga nell'entroterra della provincia di Imperia a che punto siamo? (Foto)

A livello nazionale è attiva da tempo la 'Strategia per la banda ultralarga'. Un piano da 3 miliardi di euro dello Stato per ridurre il gap infrastrutturale e di mercato esistente in alcune aree del Paese.

Banda ultra larga nell'entroterra della provincia di Imperia a che punto siamo? (Foto)

In provincia di Imperia, la banda ultra larga è ancora un miraggio in molte realtà. Nel 2020 parlare di digital divide è paradossale ma quantomai di attualità, soprattutto nel rapporto tra costa, con pochi grandi comuni collegati a internet ad alta velocità e entroterra, una miriade di borghi e molte imprese ma spesso sconnessi o con linee ferme all'ADSL e pochissima banda a disposizione. Un problema che si ripercuote nel quotidiano di molte famiglie e anche di tanti professionisti soprattutto in questa fase dove lo smartworking dovrebbe essere prioritario.  

A livello nazionale è attiva da tempo la 'Strategia per la banda ultralarga'. Un piano da 3 miliardi di euro dello Stato per ridurre il gap infrastrutturale e di mercato esistente in alcune aree del Paese. "L’intervento pubblico, in tali aree, è ritenuto necessario per correggere disuguaglianze sociali e geografiche generate dall’assenza di iniziativa privata da parte delle imprese e consentire, pertanto, una maggiore coesione sociale e territoriale mediante l’accesso ai mezzi di comunicazione tramite la rete a banda ultralarga" - si legge sul sito del progetto.

Secondo lo stato di avanzamento dei lavori, portati avanti da Open Fiber, il grosso dei cantieri è in progettazione o addirittura in corso. Interventi per 187.747.764 euro su Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria, affidati attraverso un bando nel 2017. 

A che punto siamo in provincia di Imperia? Ad esempio, in valle Argentina e valle Arroscia, la maggior parte dei cantieri dovrebbe garantire l'operatività della fibra a partire dalla metà del 2021. Ci sono ovviamente alcune eccezioni, come Badalucco e Molini di Triora che potrebbero essere raggiunte tra la seconda metà del 2021 e inizio 2022 ma Montalto Carpasio, confermato entro metà del prossimo anno. Discorso diverso su Triora o spostandoci verso il confine, su Pigna, Apricale, Dolceacqua, Perinaldo, dove si parla ancora di progettazione esecutiva e una data stimata di operatività al 2023.

Notizie migliori per Mendatica, Cosio d'Arroscia, Montegrosso Pian Latte, Aurigo dove l'operatività è data per inizio 2021. Bisognerà aspettare un po' di più su Pieve di Teco, Ranzo, Pornassio,  Vessalico, Rezzo, Borgomaro, dove si indica la metà dell'anno venturo. Diversa invece la tabella di marcia per la connessione via wireless che seguirà un iter più lungo. 

Insomma, c'è ancora molto lavoro da fare e l'Italia è in ritardo  su questo 'cantiere' ma entro i prossimi anni, il completamento di questi interventi infrastrutturali permetterà di garantire anche nell'entroterra connessioni internet di almeno 30 Mbit/s. Una velocità di connessione distante dai quasi 90 Mbit/s presenti spesso a pochi chilometri di distanza da questi paesi, come ad esempio Taggia e Badalucco.  

Avere internet a una velocità adeguata permette l'accesso a servizi di uso sempre più quotidiano oltre naturalmente a contenuti per svago, studio o lavoro. Quindi, una necessità tanto per le famiglie quanto per chi ha un'impresa e vorrebbe puntare sull'e-commerce o per i liberi professionisti che lavorano da casa. In altre parole, una urgenza per non far morire i borghi sempre più soggetti allo spopolamento. 

Stefano Michero

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