Oltre 100mila imprese del settore della ristorazione sono inspiegabilmente escluse dagli indennizzi previsti con il Decreto ristori.
"Da una lettura attenta del provvedimento risulta che non sono stati indicati, tra i codici Ateco dei beneficiari delle misure, quelli che identificano le attività della ristorazione senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione - dichiara Michele Breccione, Presidente territoriale CNA Imperia - e sono escluse, infatti, attività come pizzerie al taglio, rosticcerie, gastronomie, piadinerie e gelaterie, nonostante anche queste stiano vivendo un significativo calo delle vendite".
"La nostra Associazione – prosegue Breccione – a livello nazionale ha chiesto che queste imprese siano considerate al pari delle altre del comparto della ristorazione e abbiano diritto, quindi, agli stessi indennizzi, poiché anche loro sono inserite nei provvedimenti e nelle disposizioni in materia di obblighi e norme di sicurezza".
CNA confida che l’esclusione dal Decreto sia una banale, ma grave svista e che l’esecutivo porrà rimedio con tempestività. Il provvedimento consente, infatti, ai Ministri dell’Economia e dello Sviluppo Economico di estendere la platea dei beneficiari in qualsiasi momento.
E conclude Breccione: "Sollecitiamo poi il Governo a proseguire il confronto con le associazioni datoriali come la nostra per definire un metodo chiaro, preciso e coerente per definire il perimetro delle misure di ristoro. È necessario infatti ampliare l’ambito di intervento alle attività delle filiere che sono le più colpite dalla pandemia e ulteriormente penalizzate dalle restrizioni per contenere il virus. Un lungo elenco, oltre 100mila attività, che comprende ad esempio bus turistici, tintolavanderie, fotografi, che assolutamente non possono essere ignorate".