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Attualità | 30 settembre 2020, 13:16

Imperia prende un '3' in pagella nella classifica di Legambiente della qualità dell'aria nelle città italiane

La tutela della salute è il principio cardine per programmare, spendere e investire. Abbiamo da subito la possibilità di capire in che direzione si sta andando perché la stagione autunnale è anche la stagione dell’inquinamento atmosferico.

Imperia prende un '3' in pagella nella classifica di Legambiente della qualità dell'aria nelle città italiane

Con l’autunno alle porte e una parvenza di ritorno alla normalità dopo un anno all’insegna della paura, del lock down e della crisi economica, ‘ripartenza’ è il termine più utilizzato in questi ultimi mesi. Una ripartenza a trecentosessanta gradi che dovrà tener conto degli insegnamenti che la pandemia ci ha lasciato in eredità fino ad oggi, a prescindere da come andranno le cose nell’immediato futuro.

Legambiente evidenzia come la salute sia la principale protagonista della ripartenza: “Questo rimane fuori discussione e viene prima di ogni tipo di interesse economico. La tutela della salute è il principio cardine per programmare, spendere e investire. Abbiamo da subito la possibilità di capire in che direzione si sta andando perché la stagione autunnale è anche la stagione dell’inquinamento atmosferico. Una piaga dei nostri tempi al pari della pandemia che ogni anno, solo per l’Italia, causa 60mila morti premature e ingenti costi sanitari. Come ormai da diversi anni, il primo di ottobre è la data in cui si avviano le misure e le limitazioni in molti territori del nostro Paese per cercare di ridurre l’inquinamento atmosferico e non andare in sofferenza nei sei mesi successivi dove le concentrazioni di polveri sottili e biossido di azoto sono al centro dell’attenzione di cittadini, amministratori e ricercatori.

Le città sono e saranno quindi sotto la lente di ingrandimento nel prossimo futuro per capire come reagiranno alla nuova sfida che ci è stata imposta, ovvero tutelare la salute e l’ambiente prima di ogni altra cosa. Legambiente alla vigilia dell’entrata in vigore delle misure di riduzione dell’inquinamento dell’aria e delle misure restrittive per convivere con il virus, ha stilato una ‘pagella’ sulla qualità dell’aria delle città italiane sulla base degli ultimi 5 anni di dati ufficiali disponibili per quanto riguarda i tre inquinanti che caratterizzano pressoché ogni città: polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e biossido di azoto (NO2).

Delle 97 città di cui si hanno dati su tutto il quinquennio analizzato (2014-2018) solo 15 raggiungono un voto superiore alla sufficienza (l’15%): Sassari (voto 9), Macerata (8), Enna Campobasso Catanzaro Nuoro Verbania Grosseto e Viterbo (7), L’Aquila Aosta Belluno Bolzano Gorizia e Trapani (6). La maggior parte delle città invece sotto la sufficienza (l’85% del totale) scontano il mancato rispetto negli anni soprattutto del limite suggerito per il Pm2,5 e in molti casi anche per il Pm10.

Imperia prende un 3 in pagella nella speciale classifica, dove fanalini di coda sono le città di Torino, Roma, Palermo, Milano e Como (voto 0) perché nei cinque anni considerati non hanno mai rispettato nemmeno per uno solo dei parametri il limite di tutela della salute previsto dall’OMS. Un tema sicuramente complesso, quello dell’inquinamento atmosferico, che necessita di soluzioni complesse ed integrate che vanno messe in campo da subito e che cominceranno a dare dei risultati nel medio e lungo periodo.

Files:
 Dossier aria Legambiente (606 kB)

Redazione

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