“La sanità ligure? Un modello di incapacità. L’emergenza covid ha mostrato che il re è nudo. Le carenze strutturali della sanità ligure sono venute tutte a galla. E non poteva essere altrimenti, vista la pessima gestione di questi ultimi anni, caratterizzata da insensati tagli di risorse, letti, organici”.
Intervengono in questo modo le ‘Sardine ponentine’, commentando la situazione sanitaria della nostra regione. “Se il sistema ha retto – proseguono - è stato solo grazie allo spirito di sacrificio e al senso responsabilità delle tante persone, dai medici agli operatori sociosanitari, che hanno tenuto in piedi ospedali e ambulatori, non certo per merito della Giunta Toti. Una Giunta che ha mostrato, al contrario, gravi limiti nella gestione dell’emergenza, oltre a un ormai cronica, totale, mancanza di strategia. Come è stato evidenziato dalla Corte dei Conti il sistema sanitario ligure ha uno dei peggiori disavanzi d’Italia, con un rosso da 64 milioni di euro. E un costo pro-capite troppo elevato rispetto alla qualità medio-bassa delle prestazioni offerte. Le competenze e le eccellenze ci sono, ma vengono sistematicamente ignorate o peggio ostacolate, tanto che il saldo tra chi ‘emigra’ in cerca di prestazioni e chi si rivolge alle strutture liguri da fuori si chiude in negativo per il quinto anno consecutivo, con una perdita di oltre 71 milioni di euro. I bilanci degli enti del sistema sanitario, ancora tutti in passivo nel 2019, sono un punto di domanda che incombe direttamente su Alisa, la super agenzia sanitaria regionale creata paradossalmente nel 2016 con l’obiettivo di programmare oculatamente la spesa sanitaria ottimizzando le risorse a disposizione”.
“Altro che risparmi – proseguono le ‘sardine’ - lo slogan che Toti ora si affanna a trovare per nascondere i suoi errori è uno soltanto: la sanità ligure è un modello di inefficienza e di sprechi. E’ il caso della nave-ospedale allestita in piena emergenza covid al costo di 1,2 milioni di euro. Con i suoi 400 posti letto, ha accolto meno di cento pazienti prima di essere dismessa dopo poco più di un mese di attività. E intanto, a pagare il conto più salato sono sempre i malati, alle prese con ospedali mai costruiti, come il Felettino alla Spezia, o reparti ridimensionati con drastica riduzione di letti o ancora macchinari vecchi e spesso inutilizzabili a causa di ripetuti guasti, come quelli della Radioterapia dell’ospedale San Martino su cui peraltro la Procura ha aperto un’inchiesta. Se non si cambia rotta il futuro sarà ancora più difficile, visti i piani scellerati di privatizzazione delle strutture del Ponente, da Albenga a Sanremo, che lascerebbero senza adeguata copertura gran parte dell’entroterra della riviera”.
“Proprio nel momento in cui è ormai evidente quanto la sanità pubblica sia determinante nella lotta contro il coronavirus e quanto sia importante garantire a tutti il diritto alla salute, come sancito dalla Costituzione – terminano le ‘Sardine ponentine’ - la Giunta Toti procede verso un inconcepibile smantellamento dei presidi sanitari territoriali. Viene spontaneo chiedersi perché: sarà vuoto cinismo politico o pura incapacità?”.