Rifondazione Comunista interviene con una lunga analisi su diverse tematiche calde in città.
Da molti anni la nostra città è abituata a trovarsi di fronte al fatto compiuto rispetto a tutto ciò che invece dovrebbe essere discusso ampiamente, come le scelte macro-urbanistiche. Mentre assistiamo ad un vero accanimento nei confronti dell’edilizia minimale, sempre in estrema difficoltà per lo spostamento di una finestra o la costruzione di un nuovo bagno (interventi che hanno un indotto occupazionale notevole e che sono costretti a tempi di attesa e sanzioni insopportabili) vediamo invece piovere dall’alto, di imperio, trasformazioni gigantesche della struttura urbana. Di due porti commerciali che hanno fatto la fortuna economica e produttiva di Imperia uno è stato trasformato - non senza opacità pesanti - in porto turistico, e l’altro, destinato in forza della stessa norma a restare e svilupparsi come peschereccio e commerciale, è costantemente sotto attacco.
Commerciale: cioè utilizzato per traffici e trasporti nazionali in grado di allontanare dalla gomma almeno una parte del peso; Ponte Morandi docet: chissà se su quella struttura fossero transitati negli ultimi trenta anni milioni e milioni di tonnellate di merci in meno saremmo ugualmente a piangere 42 vittime e non avremmo avuto invece il tempo di demolirlo noi prima, a 40-45 anni di vita nel 2010 dopo avervi affiancato un sostituto che, lo abbiamo visto, si sarebbe potuto costruire in meno di due anni.
Il problema dell’eccesso di trasporto su gomma e della spaventosa usura delle opere d’ arte come i viadotti può solo attenuarsi con lo sviluppo dei piccoli porti commerciali sparsi sui nostri 7.000 km di costa. Oneglia doveva e poteva dare l’esempio.
Commerciale, poi, per il trasporto passeggeri: piccoli e medi traghetti per il mediterraneo, navette del mare da Marsiglia a Livorno. Se solo le amministrazioni comunali avessero voluto immaginare un futuro non solo di cartolina per la città.
E invece no, l’ imperatore ed i sudditi più potenti hanno deciso per la progressiva distruzione del porto Commerciale di Oneglia in barba alla norma, ad iniziare dalla ipocrisia dei mega-yacht “commerciali”, stanziali (e stantii) per 10-11 mesi all’ anno, per continuare con la sistematica e progressiva cancellazione degli spazi necessari ad un porto, ottenuti sempre con azioni d’ imperio sottratte ad ogni valutazione e confronto: le cancellate, via via arretrate prima da Calata Cuneo, poi da Calata Oceanica: fatti compiuti, spesso di notte, cui nulla vale l’ opporsi.
E poi l’Agnesi, che non c’ è più né più ci sarà per le responsabilità incrociate di “Capitani vigliacchi” e Politici infedeli al proprio mandato democratico.
Uno scatolone non solo da abbattere per cancellare anche dal paesaggio il potenziale produttivo della Città ma soprattutto da trasformare in pura speculazione residenziale o in tempio del consumo come GDO.
Si, certo, promesse da mercante quelle di Colussi, sia sulla delocalizzazione dei lavoratori (ormai dichiaratamente pezzi meccanici della produzione, e non carne ed ossa, famiglie e legami) come sulla interessante creazione di un museo delle produzioni agroalimentari mediterranee: mercanti, appunto, ma con pretese di tribuni e mecenati. Ed infedeli anch’ essi.
E infine, per ora, le Ferriere: Porta del Mare, che non allude alla Gateway of India, monumento simbolo dell’occupazione coloniale e poi dell’Indipendenza dell‘ India, ma alla cementificazione residenziale speculativa.
Se il fatto compiuto impedisce di fatto un recupero di valori e qualità precedenti, a meno di rivolte e sommosse improbabili e non augurabili, ad esso si debbono far seguire ed imporre scelte successive che minimizzino il danno.
Qualche proposta:
Ex Agnesi
- Centro museale della alimentazione mediterranea
- Cantieristica non solo manutentiva ma anche realizzativa per pesca e diporto
- Scuole di formazione per la Nautica e per la cantieristica navale da pesca e da diporto
- Silos parcheggio in grado di eliminare dalle strade, gran parte delle auto in sosta selvaggia ancorché a norma. (Beninteso che la mobilità urbana dovrà progressivamente rendere dominante il trasporto pubblico, minimizzare quello privato e trasformarlo nelle moderne forme di sostenibilità)
Ex Ferriere
- Spazi (Incubatori) per imprese emergenti ed innovative (qualcuno le chiama startup), meglio se in forma cooperativa, a partire, ad esempio dal documento del Ministero per l’Innovazione Digitale pubblicato a gennaio 2020 intitolato “2025: Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese”
- Parcheggio, manutenzione, rimessaggio, vendita mezzi per la mobilità urbana del futuro: biciclette tradizionali ed a pedalata assistita, monopattini elettrici, skateboard, hoverboard, segway, pattini in linea, ..
- Ostello della Gioventù
Calata Oceanica e Calata “Obiettivo 2”
- Attracco traghetti Ro-ro (imbarco/sbarco autonomo di veicoli gommati carichi di merci
- navi mercantili 3.000 - 8.000 T per trasporti alternativi alla gomma lungo la penisola ed il mediterraneo
- Traghetti turistici
- Navette del Mare: collegamenti lungo tutta la costa, da Marsiglia a Livorno e oltre.
E le famose “stecche residenziali” gli scheletri che fanno bella mostra di sé nel porto turistico, ed oggi sotto controllo statico ?
- Demolirle, o, in subordine:
- Abbattere un piano e destinarle ad Ostello della Gioventù, in alternativa, nel caso, alle Ex Ferriere.
Dopo tanti fatti compiuti in sfregio alle norme ed alla progettazione democraticamente condivisa, è ora di iniziare a realizzare un futuro per la città che preveda redditi da lavoro per molti e non rendite per pochissimi: le nostre proposte, ragionevoli e per nulla estranee alla città vanno in questa direzione. Ignorarle, oltre che poco “gentile” significa assumersi di fronte ai cittadini delle responsabilità di cui le prossime generazioni potranno chiedere conto.