“Affido queste mie considerazioni che a taluni potrebbero sembrare troppo catastrofiche, ma che temo potrebbero diventare, ahimè, reali”.
Interviene in questo modo il nostro lettore Roberto Crotta di Sanremo, dopo aver fatto un giro nella città dei fiori. “Oggi pomeriggio sul tardi dopo il lavoro, complice il clima mite e l’allungarsi delle giornate, ho avuto l’insana idea di ritornare a casa a piedi. Durante il tragitto tra lo studio (zona Casinò) e l’abitazione (sopra i ‘Tre Ponti’), osservando molte persone senza mascherina, molte altre con la mascherine permanentemente abbassate, assembramenti di giovani ragazze che si baciavano e si abbracciavano e persone che facevano salotto intorno ai tavolini di quegli esercizi aperti soltanto per l’asporto, più volte non ho potuto fare a meno di pensare che con questi comportamenti assolutamente irresponsabili non ci resta che aspettare, a meno di miracoli, una seconda ondata che potrebbe essere ancora più devastante della prima, come già successe per la ‘spagnola’.”
“E’ possibile – termina Crotta - che l’esperienza vissuta in questi ultimi mesi e la possibilità di tornare a chiudere di nuovo tutto, con ancora più devastanti conseguenze, il sacrificio, talvolta anche della vita, di molti operatori sanitari (medici ed infermieri) e la possibilità di infettare se stessi e soprattutto qualche loro caro, non inducano le persone a comportamenti più responsabili ed a capire che il nostro modo di vivere è inevitabilmente cambiato?”