Se ci guardiamo alle spalle il Festival sembra un’era fa. Le vie del centro prese d’assalto da migliaia di persone, il glamour e la voglia di vita che solo quella kermesse sa dare. È passato poco più di un mese e quella città che sapeva ‘fare rumore’ sulle note di Diodato, oggi vive in silenzio.
La piazza del mercato ora nonostante sia martedì, è deserta. Pochi e sparuti banchi senza clienti, e non c’è l’ombra di un francese. I negozi e i supermercati contingentano le entrate, ma qualcuno ha anche pensato di restare chiuso, un po’ per sicurezza, un po’ perché forse conviene di più non alzare le serrande.
Per strada pochissime persone, qualche commissione sparuta, nessuno nei dehor dei bar e le poche parole che si sentono in giro non hanno altro argomento che non sia il contagio e la paura della diffusione. La nostra generazione, per sua fortuna, non ha vissuto conflitti, ma forse il clima era proprio questo.
E il pensiero comune è lo stesso: cosa faremo quando tutto questo sarà finito? C’è già molta voglia di ricominciare e Sanremo saprà farlo.