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Attualità | 07 febbraio 2020, 11:56

Sanremo: multa ad un artista di strada nel 2017, Marco Fusi sospende lo sciopero della fame

Il musicista si era incatenato martedì scorso di fronte all'Ariston. La sospensione decisa perchè mercoledì è previsto un incontro tra i suo avvocato e la Municipale per risolvere la questione.

Sanremo: multa ad un artista di strada nel 2017, Marco Fusi sospende lo sciopero della fame

Ha interrotto lo sciopero della fame il musicista lombardo Marco Fusi che, martedì scorso si era anche incatenato a pochi passi dal Teatro Ariston di Sanremo dopo che, nel corso di una sua esibizione nell'agosto del 2017 in via Matteotti, i vigili gli avevano comminato una multa di 5.000 euro nonostante fosse munito di un regolare permesso del Comune e nonostante potesse porre in vendita i propri CD.

La decisione è stata presa da Fusi dopo aver saputo dal suo avvocato, Marco Di Domenico, che è previsto per mercoledì un incontro con la Polizia Municipale per risolvere la questione. Fusi è ancora a Sanremo ed è un clarinettista e compositore noto a livello internazionale: recentemente ha aperto uno dei festival jazz più importanti del mondo a Nisville, in Serbia davanti a 10.000 persone. Si è esibito al Parlamento Europeo a Bruxelles, è stato invitato a suonare su Rai 2, sulla Televisione Nazionale Serba, sulla Radio Svizzera e in centinaia di festival in Italia e all'estero. Ha collaborato in televisione e in teatro con Antonio Lubrano, Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto, Diego Fusaro, Lidia Ravera.

In occasione della sanzione del 2017 il musicista aveva fatto immediato ricorso al Sindaco di Sanremo tramite l'avvocato Marco Di Domenico, in quanto secondo il legale totalmente illegittima ma, nonostante il fatto che abbia sollecitato più volte una risposta a mezzo stampa, la multa non è stata annullata.

 "Ho cercato in tutti i modi un dialogo con le autorità - aveva dichiarato Fusi martedì scorso - ma di fronte alla sordità delle istituzioni sono stato costretto a questa forma estrema di protesta non certo nei confronti del Festival, ma contro l'ipocrisia di una cultura istituzionale che da un lato criminalizza l'arte e dall'altro la usa per promuovere una volta all'anno Sanremo come città della musica. Temo che il mio caso dimostri quale sia la reale sensibilità dei politici nei confronti della creatività e della bellezza, una volta spenti i riflettori del Festival”.

Carlo Alessi

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